Una primavera inedita, quella dell'anno del coronavirus, una primavera senza feste, senza appuntamenti, senza incontri, una primavera senza fiori.
Il settore florovivaistico è in crisi ad ogni latitudine atterrato dal Covid-19 e dal conseguente confinamento. In Portogallo il settore impiega circa 5000 lavoratori, ed è in crisi nera: Vitor Ara, un produttore portoghese, parla di un "dramma", "La nostra merce non ha alcuno scopo - aggiunge - Migliaia di fiori e piante finiscono nella spazzatura, le vendite hanno subito un calo del 90 %".
Idem in Italia dove il settore florovivaistico, 100mila addetti, ha ripreso a lavorare a fine marzo, assimilato al settore agricolo, ma l'attività è minima e le vendite avevano subito un calo anche del 50-70%. La Liguria, ovviamente, tra le regioni più colpite, insieme alla Campania.
Coldiretti ha lanciato la campagna #balconifioriti per cercare di incentivare le vendite. Nei Paesi Bassi è stato lanciato#buyflowersnottoiletpaper. Anche qui il calo delle vendite raggiunge il 70 %, migliaia di tonnellate di fiori vengono distrutte e tanti mazzi vengono inviati al personale in prima linea nella lotta al coronavirus.
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