Di Ambar Warrick
Investing.com - L’inflazione dei prezzi alla produzione in Giappone è rimasta al massimo di 41 anni a novembre, come mostrano i dati di questo lunedì, in quanto i prezzi elevati delle materie prime e l’indebolimento dello yen hanno aumentato la pressione sui prezzi delle imprese.
I dati preliminari della Banca del Giappone hanno mostrato che l’indice dei prezzi alla produzione (IPP) è salito al 9,3% su base annua a novembre, dal 9,1% del mese precedente. La lettura è stata superiore alle aspettative dell’8,9%.
Su base mensile, l’IPP è cresciuto dello 0,6% a novembre, rimanendo stabile rispetto al mese precedente ma battendo le stime di una crescita dello 0,5%.
Sebbene la lettura sia stata leggermente inferiore al picco di oltre il 10% registrato all’inizio dell’anno, ha anche segnalato che l’IPP sembra stia tornando verso il massimo di 41 anni raggiunto a ottobre.
I prezzi dell’elettricità, del gas e dell’acqua sono stati i maggiori responsabili dei dati IPP più alti del previsto, ha dichiarato la Banca del Giappone in un comunicato, così come i prodotti alimentari e le bevande. Tuttavia, l’inflazione dei prezzi all’importazione dei principali beni sembra essersi leggermente indebolita a novembre rispetto al mese precedente.
Quest’anno l’economia giapponese si trova ad affrontare i notevoli ostacoli derivanti dai livelli elevati di inflazione, dato che la maggior parte dei produttori trasferisce l’aumento dei costi ai propri clienti, il che a sua volta spinge in alto l’indice dei prezzi al consumo (IPC) del Paese.
L’inflazione CPI è salita quest’anno a un massimo di oltre 40 anni, preannunciando una maggiore pressione sulla spesa dei consumatori, uno dei principali motori della crescita economica, nel quarto trimestre. L’economia giapponese inaspettatamente si è ridotta nel terzo trimestre, anche se la forte spesa capitale ha fatto sì che la portata della contrazione venisse rivista al ribasso.
Anche l’indebolimento dello yen ha contribuito pesantemente all’inflazione di quest’anno. A un certo punto la valuta è stata scambiata al livello più basso degli ultimi 30 anni rispetto al dollaro, mentre il divario tra i tassi di interesse locali e quelli statunitensi si è ampliato.
La Banca del Giappone (BoJ) ha mantenuto la sua politica monetaria ultra-cauta nonostante l’aumento dell‘inflazione quest’anno, una tendenza che ha pesato molto sullo yen.
Tuttavia, negli ultimi mesi la valuta giapponese ha beneficiato delle speculazioni su un potenziale cambiamento di politica da parte della BoJ.