Di Alessandro Albano
Investing.com - Con il mercato del lavoro molto vicino alla piena occupazione, Wall Street sente imminente un aumento del costo del dollaro e la riduzione del bilancio della Fed. Il Dow Jones perde lo 0,1%, il Nasdaq apre in positivo dello 0,1% mentre lo S&P 500 cede lo 0,1%, con Stati Uniti 10 anni schizzato all'1,9% (massimi da dicembre 2019).
L’US Bureau of Labor Statistics ha comunicato che, nel mese di gennaio, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 467 mila nuovi posti di lavoro, numero ben migliore rispetto alle attese del consenso raccolto da Investing.com (+150 mila nuovi impieghi), con il tasso di disoccupazione salito al 4,0% (aspettative +3,9%).
Sono state riviste al rialzo le cifre dei mesi scorsi, +709 mila posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti, mentre il dato di novembre è stato rivisto in aumento di 398 mila unità a +647 mila, e quello di dicembre di 311 mila unità a +510 mila.
Inoltre, il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,2% (ancora ben lontano dai livelli di febbraio quando si attestava al 63,3%). I salari medi salgono dello 0,7% m/m (consensus +0,5%). I salari sono saliti del 5,7% a/a (consensus +5,2%).
Il numero di disoccupati che hanno dichiarato di essere in sospensione temporanea dalle attività lavorative (“temporary layoff”) si sono attestati a 959.000 di unità, in crescita rispetto al mese precedente, mentre i disoccupati che hanno perso del tutto il posto del lavoro si sono attestati a 1,6 milioni.
"Molte luci nel report di gennaio sul mondo del lavoro", scrive in una nota Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia. "C’era tantissima attesa per le cifre macroeconomiche sul mondo del lavoro americano per cercare di avere più certezze sulle prossime mosse della Federal Reserve".
I mercati scontano un 2022 con 5 aumenti rialzi dei tassi di interesse, e i dati incoraggianti sul mondo del lavoro, ormai in piena occupazione, "aumentano le probabilità di una FED molto aggressiva in termini di rialzi dei tassi di interesse nel 2022". "Soprattutto - spiega l'esperto - le cifre sull’aumento dei salari a gennaio lasciano intendere che le pressioni inflazionistiche saranno molto persistenti nel corso dell’anno".
"A nostro avviso la FED rialzerà i tassi a marzo di 25 pbs e preparerà il mercato sia all’avvio del processo di tightening (ovvero di riduzione delle attività in bilancio) sia a numerosi rialzi del costo del denaro nel corso dell’anno", aggiunge lo strategist di IG.