FRANCOFORTE (Reuters) - In seno al consiglio direttivo della Bce c'è un solido sostegno per un taglio del tasso dei depositi in occasione del consiglio di politica monetaria del mese prossimo, mentre è limitata la propensione a un intervento più incisivo.
E' quanto emerge, a un mese dall'atteso meeting di marzo, da una serie di colloqui con diversi banchieri che hanno spiegato a Reuters come con il deterioramento delle aspettative a lungo termine sull'inflazione, la Bce si vedrà probabilmente costretta ad agire e a inserire il taglio del tasso all'interno di una più ampia cornice di misure, che preveda anche modifiche al 'quantitative easing'.
Ancora in assenza di un'intesa su quali ulteriori misure adottare e considerata la fragile ripresa europea, alcuni dei banchieri chiedono cautela di fronte ad azioni radicali.
I consiglieri interpellati sottolineano però come la loro posizione sia ancora suscettibile di cambiamento se le recenti turbolenze sui mercati dovessero protrarsi, costituendo un rischio per l'economia reale.
Mario Draghi ha detto che Francoforte rivaluterà e forse ricalibrerà la propria 'ricetta' di politica monetaria a marzo per cercare di stimolare l'inflazione.
"E' davvero improbabile che a marzo non si faccia nulla", ha affermato il governatore di una delle 19 banche centrali della zona euro. "Le condizioni monetarie si sono inasprite, le aspettative a lungo sull'inflazione sono in calo: c'è in gioco la credibilità".
"Credo che un taglio del tasso sui depositi sia pressoché certo", ha aggiunto.
"La probabilità di un taglio del tasso è alta", ha detto un altro governatore. "Non si farebbe abbastanza e sarebbe un errore dare il segnale che si ricorra a politiche convenzionali quando ci troviamo in un contesto non convenzionale per gli anni a venire".
"Il 'quantitative easing' è il nostro principale strumento e credo che qualsiasi pacchetto debba avere una componente di 'qe'", ha aggiunto.