MILANO (Reuters) - Ripresa economica in apparente assenza di spinte inflative: un quadro macro senza precedenti cui deve far fronte la Banca centrale europea, da anni impegnata a far ripartire crescita e prezzi ma formalmente incaricata soltanto di vigilare sulla stabilità delle aspettative di inflazione.
Contestualmente alla scontata conferma dei tassi, l'odierno consiglio Bce si è concluso ribadendo l'impegno formale -- inserito nero su bianco nel comunicato -- a mantenere il programma di stimolo degli acquisti Qe, che in caso di peggioramento dello scenario potrebbe essere aumentato in termini di importo e/o durata.
Incontrando la stampa al termine della riunione prima della pausa estiva -- un intervallo comunque di sole sette settimane rispetto alle canoniche sei -- Mario Draghi tiene inoltre a precisare che Francoforte non si è data alcuna specifica tabella di marcia per la discussine sul cosiddetto 'tapering', vale a dire il progressivo sfumare degli acquisti.
"Occorre pazienza e perseveranza perché non è ancora il momento" sono le parole esatte del presidente.
E su questo -- dettaglio non affatto trascurabile -- il consiglio Bce si è espresso all'unanimità.
Ugualmente unanime, spiega sempre Draghi, la decisione di non fissare alcuna tempistica per i tempi della discussione.
"Ci siamo semplicemente detti che la discussione dovrebbe avvenire () in autunno".
Il riferimento è sufficientemente vago che la reazione dei mercati non si fa attendere: dopo l'intervento di Sintra di fine giugno un'ampia parte degli operatori era posizionata in maniera piuttosto aggressiva sull'immente fine del Qe e il movimento di oggi è di decisa correzione.
In evidenza soprattutto la corsa dell'euro, balzato oltre 1,16 dollari al record da quasi due anni, mentre i rendimenti sui governativi ampliano la flessione e i periferici accorciano le distanze sul Bund.
Soddisfatta della buona performance dell'economia, che ha chiuso il primo trimestre 2017 con il miglior risultato da due anni a questa parte, la Bce guarda con preoccupazione a prezzi e salari che ancora non ripartono.
E aspetta, ed è pronta ad attendere finché necessario.
I motivi per cui la banca centrale ha fissato per l'inflazione un target di 2% -- 1,3% i dati finali Eurostat di lunedì -- restano validi, e la semplice ipotesi di riduscutere il target avrebbe sui mercati un effetto destabilizzante.