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Le cinque cose da seguire sui mercati questo venerdì

Pubblicato 12.10.2018, 11:50
© Reuters.  Le cinque cose da seguire sui mercati questo venerdì
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Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo venerdì 12 ottobre:

1. Report sugli utili delle grandi banche

I risultati di tre delle quattro principali banche sono attesi prima della campanella di apertura questo venerdì. Gli investitori li seguiranno per capire se i titoli bancari restano un rifugio sicuro dopo la settimana volatile vissuta dal mercato azionario.

JPMorgan (NYSE:JPM), Wells Fargo (NYSE:WFC) e Citigroup (NYSE:C) daranno il via alla stagione degli utili del terzo trimestre.

Gli analisti prevedono che JPMorgan riporti utili per azione di 2,27 dollari e ricavi di 27,58 miliardi di dollari, mentre Citigroup dovrebbe annunciare utili per azione di 1,67 dollari e ricavi di 18,45 miliardi di dollari. Wells Fargo, invece, dovrebbe pubblicare utili per azione di 1,19 dollari e 21,82 miliardi di dollari di ricavi.

2. Borse in ripresa dopo una settimana volatile

I titoli azionari globali dovrebbero vedere una ripresa questo venerdì, con Wall Street che punta ad un’apertura al rialzo dopo aver chiuso in rosso tutta la settimana con l’inflazione USA che è rallentata a settembre.

I future S&P 500 salgono dello 0,92% mentre i future Dow vanno su dello 0,80% ed i future Nasdaq 100 legati al settore tech rimbalzano dell’1,60%.

Dai dati di ieri è emerso che i prezzi al consumo sono saliti meno del previsto a settembre, con le pressioni inflazionarie sottostanti che sembrano essersi allentate leggermente.

Il Presidente USA Donald Trump ha dato la colpa al rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve per il calo dei prezzi dei titoli.

“È una correzione che aspettavamo da tempo, ma sono veramente in disaccordo con quello che sta facendo la Fed”, ha affermato mercoledì.

In Europa gli scambi sono al rialzo, con gli indici DAX, FTSE 100 e CAC 40 in verde.

Nel frattempo, in Asia, le borse hanno chiuso in positivo. Ad Hong Kong, l’indice Hang Seng è schizzato del 2,12% e l’indice China A50 è rimbalzato del 2,47%. L’indice Shanghai Composite sale dello 0,91% mentre in Giappone l’indice TOPIX segna +0,03% e l’indice Nikkei 225 va su dello 0,56%.

3. Regno Unito vicino ad un accordo sulla Brexit

Il Regno Unito si avvicina ad un accordo con l’Unione Europea, secondo il Financial Times. Il Primo Ministro Theresa May avrebbe riferito al suo gabinetto che la squadra responsabile delle trattative sarebbe vicina a finalizzare il divorzio britannico dall’UE, comprensivo dei dettagli sulla questione del confine irlandese. La questione del confine irlandese, per capire se l’Irlanda del Nord resterà o meno all’interno del mercato unico o se il paese dovrà erigere una barriera fisica, ha rappresentato uno dei principali ostacoli nelle trattative.

Il cambio ha cancellato i guadagni precedenti, con la coppia GBP/USD in calo a 1,3215.

4. Dollaro in lieve ripresa

Il biglietto verde guadagna forza questo venerdì, con gli investitori di nuovo fiduciosi nell’economia USA dopo i dati sull’inflazione di ieri.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 94,77, non lontano dal minimo di due settimane di 94,67.

Questa settimana il dollaro è sceso per via del selloff dei titoli azionari e dell’aumento del rendimento dei bond che hanno messo sotto pressione il biglietto verde.

5. Prezzo del greggio in salita nei timori per l’eccesso di scorte

Il prezzo del greggio sale questo venerdì, l’aumento delle scorte ha scatenato i timori di un eccesso di scorte mentre scende la domanda della materia prima.

I dati di ieri hanno rivelato infatti che le scorte negli Stati Uniti continuano a salire più del previsto, alimentando la paura di un esubero. Le scorte di greggio USA sono salite di 6 milioni di barili la scorsa settimana, rispetto alle previsioni di un aumento di 2,6 milioni di barili, in base ai dati dell’EIA di ieri.

La settimana prima, l’agenzia aveva riportato un incremento di 8 milioni di barili delle scorte statunitensi.

Nel frattempo, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ha tagliato le stime sulla crescita della domanda per il 2018 e il 2019 nel suo report mensile pubblicato ieri.

L’organizzazione ha rivisto la crescita della domanda globale a 1,54 milioni di barili al giorno quest’anno, in calo di 80.000 barili al giorno. I possibili ostacoli alla crescita economica globale sono tra i motivi della revisione al ribasso.

I dati settimanali USA di Baker Hughes sul numero degli impianti di trivellazione attivi, un importante indicatore della domanda dei prodotti petroliferi, saranno pubblicati nel corso della seduta.

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