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Reazioni: Il mercato "ignora” Trump (per la prima volta)

Pubblicato 21.08.2018, 14:29
© Reuters.  Reazioni: Il mercato "ignora” Trump (per la prima volta)
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Investing.com - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente attaccato su due fronti. In primo luogo, contro l'incontro che inizia domani tra Washington e la Cina, quando ieri ha detto in un'intervista alla Reuters che non si aspettava grandi progressi; in secondo luogo, contro il suo stesso tetto, la Federal Reserve statunitense, quando ha definito l’istituto centrale “insistente” a causa della sua intenzione di proseguire sulla strada della “normalizzazione” monetaria, continuando ad aumentare i tassi di interesse.

Si tratta della la prima volta che i mercati ignorano l’attivismo di Trump. I mercati non hanno ricevuto particolari colpi, con gli indici cinesi Hang Seng e CSI 30, in aumento rispettivamente dello 0,5% e dell'1,9%. Anche il Kospi coreano e il Nikkei giapponese hanno scambiato ad un livello più alto, chiudendo entrambi positivamente rispettivamente dello 0,99% e allo 0,09%", hanno affermato da Banca March.

Gli analisti di Bankinter hanno evidenziato, inoltre, "un rally in società di materie prime, che ha permesso ai mercati azionari di avanzare e allo yuan di apprezzarsi". Buona performance anche nel comparto obbligazionario, soprattutto periferico, che ha favorito un restringimento degli spread spagnoli (-6 a 108 b.p.) e italiani (-10 a 271 b.p.)".

Nonostante lo scetticismo circa l'incontro tra i due paesi, Bankinter ritiene che "i due paesi, si avvicineranno, con l’impegno della Cina a importare più merci dagli Stati Uniti ed entrambi accettano un accordo informale per stabilizzare lo yuan. Così la Cina ridurrebbe l'inflazione importata (luglio +2,1% vs luglio +1,4% 2017) e gli Stati Uniti arresterebbero la perdita di competitività nei confronti della Cina attraverso la sua moneta".

Il mercato ha anche risentito dell'attacco di Trump alla Fed. "Secondo il presidente degli Stati Uniti, questa politica potrebbe finire per penalizzare la crescita economica, cosa che, a nostro avviso, potrebbe anche portare ad un'inflazione incontrollata che la Fed non vuole affrontare, da qui la sua 'insistenza' nell'adempiere al suo mandato e nel continuare ad aumentare gradualmente i suoi tassi di interesse di riferimento", spiegano da Link Securities.

Il dollaro soffre

Arrivate nel corso degli scambi con Wall Street che chiudeva positiva, le dichiarazioni di Trump hanno avuto un impatto negativo sul dollaro statunitense, in calo contro tutte le altre principali valute fin dall'alba. E continua a farlo.

"Non comprendiamo questa reazione del dollaro, perché crediamo che l'indipendenza della Fed sia al di sopra di ogni dubbio e che la pressione politica non condizionerà le sue azioni”, spiegano da Link Securities. “Tuttavia”, concludono “la debolezza del dollaro funge da sollievo temporaneo per le valute emergenti e facilita il recupero del prezzo delle materie prime, le quali mantengono un'elevata correlazione negativa con questa valuta".

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