Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo mercoledì 22 marzo:
1. Dollaro al minimo di 4 mesi contro lo yen
Il dollaro scende al minimo di quattro mesi contro lo yen questo mercoledì, i dubbi degli investitori per la capacità del governo Trump di implementare l’agenda economica a sostegno dell’economia sono aumentati.
Gli investitori considerano la difficoltà del governo Trump di portare avanti la riforma sanitaria come un segnale che il Presidente possa incontrare resistenze anche nel caso della riforma fiscale, della deregulation e della spesa per le infrastrutture.
Il cambio USD/JPY scende dello 0,4% a 111,26, il minimo dal 23 novembre.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 99,62 dopo essere crollato a 99,45, il minimo dal 2 febbraio.
Il dollaro è andato sotto pressione nelle ultime sedute quando la scorsa settimana della Federal Reserve ha alzato i tassi annunciando però che i prossimi aumenti saranno graduali, notizia che ha deluso i trader che speravano in un inasprimento monetario più veloce.
Sul dollaro pesa inoltre l’euro forte, dal momento che le aspettative di un inasprimento economico da parte della Banca Centrale Europea per quest’anno e l'ottimismo per le elezioni presidenziali francesi hanno spinto la moneta unica.
2. I titoli azionari europei seguono al ribasso Wall Street
Negativa l’apertura delle borse europee tra la chiusura peggiore registrata da Wall Street quest’anno ieri ed i timori per la capacità di Trump di mantenere le promesse in merito alle misure a sostegno della crescita.
L’indice londinese FTSE 100 crolla dell’1%, mentre il tedesco DAX ed il francese CAC scendono dello 0,8%. Anche i future dei titoli azionari USA puntano ad un’apertura al ribasso.
In Asia, i mercati hanno registrato il crollo maggiore delle ultime due settimane, con l’indice nipponico Nikkei che ha segnato la peggiore performance chiudendo a -2,13%, dal momento che gli investitori sembrano non aver tenuto conto dei dati da cui è emerso che le esportazioni sono salite del massimo in due anni a febbraio.
3. Greggio giù dopo i dati sulle scorte
Il prezzo del greggio crolla questo mercoledì dopo il report di ieri dell’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, secondo cui le scorte di greggio USA sono salite di 4,5 milioni di barili la scorsa settimana.
I dati fanno temere che l’aumento della produzione statunitense stia vanificando gli sforzi compiuti dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio per tagliare la produzione e supportare il mercato.
Il greggio USA crolla di 67 centesimi, o dell’1,39%, a 47,55 dollari al barile, mentre il Brent, il riferimento internazionale, segna un crollo di 73 centesimi a 50,24 dollari al barile.
I dati ufficiali della Energy Information Administration sulle scorte di greggio sono attesi alle 10.30 ET.
4. Dati USA sul settore immobiliare per il mese di febbraio
In una giornata leggera dal punto di vista dei dati economici, sono attesi i dati sulle vendite di case esistenti USA relativi al mese di febbraio che saranno pubblicati dall’Associazione Nazionale degli Immobiliaristi statunitensi alle 10.00 ET.
I trader li seguiranno con particolare attenzione per capire se il recente aumento della spesa dei consumatori e dell’inflazione si stia traducendo in un incremento dei prezzi delle case e in una crescita delle vendite.
Gli analisti prevedono un calo dell’1,8% a 5,57 milioni di unità dopo il balzo del 3,3% del mese prima.
5. Rendimento dei bond USA al minimo di 3 settimane
Il rendimento dei bond USA ha segnato il minimo di tre settimane dal momento che la riduzione della propensione al rischio ha spinto gli investitori ad allontanarsi dagli investimenti più rischiosi scegliendo quelli rifugio, come i bond governativi.
Il rendimento dei buoni del Tesoro a 10 anni USA - un indicatore di quanto costano al governo prendere i prestiti dai mercati finanziari - è crollato al 2,4%.
Il rendimento dei buoni del Tesoro USA a due anni è sceso all’1,27% nella notte, continuando a staccarsi dal massimo di sette anni e mezzo dell’1,38% segnato mercoledì scorso, quando la Fed ha alzato i tassi.