Di Alessandro Albano
Investing.com - Il rialzo dei tassi d'interesse e l'inizio della riduzione del bilancio da parte della Banca Centrale Europea potrebbe avere effetti indesiderati per quei Paesi che hanno debiti particolarmente elevati.
A scriverlo è il Financial Times che ha effettuato un sondaggio su 10 economisti. Di questi, nove credono che l'Italia rischia di più degli altri Stati membri in termini di sostenibilità del debito, e per questo potrebbe affrontare una nuova crisi del debito.
Secondo gli economisti, il Bel Paese è "più a rischio di un sell-off non correlato nel mercato dei titoli di Stato".
A riprova della tesi, il quotidiano britannico ricorda che se da una parte il deficit fiscale inserito nelle stime della Legge di Bilancio registrerà una diminuzione dal 5,6% del PIL nel 2022 al 4,5% nel 2023 e al 3% l'anno successivo, Dall'altra parte, il debito pubblico italiano rimane uno dei più alti in Europa, ad oltre il 145% del prodotto interno lordo.
A questo di aggiungono le misure di aiuto fiscali inserite nella Manovra 2023 che ammontano ad oltre 21 miliardi di euro, e una crescita economica che, come per gli altri colleghi europei, è prevista quasi allo 0% nell'anno in corso.
Le preoccupazioni per lo stato delle finanze si fa più intensa se si pensa che a marzo, come già annunciato dalla stessa Bce, la banca inizierà a reimmettere nel mercato i 5.000 miliardi di titoli di Stato acquistati durante i diversi programmi di quantitative easing degli ultimi anni.
Una situazione di cui il governo è ben consapevole visto che dopo l'ultima decisione di Francoforte diversi ministri del governo italiano, tra cui Crosetto, hanno espresso le proprie perplessità sulla strada che la banca centrale sta percorrendo per combattere un'inflazione ancora ad un livello del 10%.
Nell'ultima conferenza stampa del 2022, anche la premier Meloni ha fatto capire la propria idea sulla Bce, affermando che "nella situazione attuale sarebbe meglio evitare scelte peggiorative", e aggiungendo che "sarebbe utile che la Bce gestisse bene la comunicazione sulle scelte che si fanno perché altrimenti si rischia di generare non panico, ma fluttuazioni sui mercati che vanificano il lavoro che i governi fanno quotidianamente".
Interpellato dal FT, Marco Valli, capo economista di UniCredit SpA (BIT:CRDI), ha affermato che le "maggiori esigenze di rifinanziamento del debito" e la situazione politica "potenzialmente complicata" rendono il Paese "più vulnerabile a un sell-off sui mercati obbligazionari".
Intanto il tasso sul decennale resta molto elevato, con il titolo a 10 anni che rende il 4,47% dopo aver toccato anche il 4,73% nel giorno precedente l'approvazione della Manovra al Senato. Alto anche lo spread, oggi a 213 punti base.