Di Geoffrey Smith
Investing.com - Prima del dato sull'inflazione Usa di marzo, si segnalano nuove pressioni sui titoli di Stato, con la curva dei rendimenti che si avvicina ad una inversione in vista di importanti interventi dei membri Fed. Intanto, i lockdown cinesi costringono i mid del Paese a fermare la produzione, mentre in Francia la prima vittoria di Macron allontana per il momento la possibilità di una "Frexit". In Russia, invece, si fanno sempre più vivi i timori di un default. Ecco le notizie principali di questo lunedì:
1. Nuovi record sui Treasury
Il rendimento dei T-note statunitensi a 10 anni ha raggiunto il 2,75% per la prima volta da marzo 2019, prima del dato sull'inflazione Usa per il mese di marzo che, secondo le previsioni degli analisti raccolte da Investing.com, dovrebbero registrare un nuovo massimo in 40 anni.
Nella parte più bassa della curva, la più sensibile agli aumenti die tassi d'intesse, Il rendimento del titolo a 2 anni, è salito di 6 punti base al 2,58%, con diversi interventi dei membri della Fed che potrebbero spostare i rendimenti prima del IPC. Si segnalano gli interventi di Raphael Bostic, John Williams e Charles Evans nel corso della giornata
Intanto, con i prezzi alla produzione che in Cina hanno toccato l'8,3% a/a nonostante i lockdown in molte regioni del Paese, con il titolo a 10 anni in rialzo al 2,824% e le Borse di Hong Kong e Shanghai che hanno perso circa il 10% per via dei dubbi sulla politica di Pechino contro il Covid.
2. NIO (HK:9866) ferma la produzione
Le chiusure negli hub strategici cinesi cominciano a creare qualche problema ai colossi del Paese. NIO (NYSE:NIO) ha annunciato il blocco della produzione a causa delle politiche contro il Covid-19 con un ulteriore aumento dei prezzi.
Il titolo della società di auto elettriche ha perso l'11% ad Hong Kong, mentre a Wall Street sta perdendo oltre l'8% nel trading pre-market. Pesano anche i dati sulle consegne mensili, con la società indietro rispetto alle rivali Xpeng (NYSE:XPEV) e Li Auto (NASDAQ:LI), anche se tutte e tre le aziende hanno consegnato più auto a marzo rispetto a febbraio. Nio è stata l'ultima delle tre aziende ad aumentare i costi di vendita e aveva cominciato a consegnare le nuove berline da poche settimane.
3. Musk non entra nel cda di Twitter (NYSE:TWTR)
Dopo aver rilevato una quota del 9,2%, il Ceo di Tesla (NASDAQ:TSLA) non entrerà a far parte del board di Twitter. Il CEO Parag Agrawal ha affermato nel weekend che Musk ha rifiutato l'offerta di far parte del cda per il possibile conflitto d'interesse tra gli obiettivi del consiglio e quelli del CEO di Tesla (NASDAQ:TSLA).
Le azioni di Twitter stanno perdendo oltre il 4% nel trading pre-mercato, dopo aver guadagnato oltre il 25% la scorsa settimana in risposta all'investimento di Musk nella società.
Musk ha definito la sua partecipazione come "passiva", ma ha trascorso gran parte della scorsa settimana a twittare su come l'azienda potrebbe migliorare il proprio servizio e i dati finanziari. Un investitore "attivista" è solitamente tenuto a rivelare di più sulle sue intenzioni attraverso i consueti canali di regolamentazione. Musk – la cui attività sul social media gli ha dato più di un problema con la SEC – non l'ha ancora fatto.
4. Primo turno a Macron
Con quasi tutti i voti contati, Macron è al primo posto con il 27,8% delle preferenze mentre la leader del Front National segue con una percentuale del 23,9%. Sorprende il risultato ottenuto dal candidato di sinistra Melenchon (21%), mentre l'altro candidato di estrema destra, Eric Zemmour, ha deluso ampiamente le attese raccogliendo meno del 10% dei consensi.
A meno di due settimane dal secondo voto che deciderà chi riderà all'Eliseo, i sondaggisti dell'istituto Ifpo prevedono un ballottaggio molto serrato, con il 51% per Macron e il 49% per Le Pen, una differenza molto più contenuta del 2017, quando l'attuale presidente ha battuto Le Pen con il 66,1% dei consensi.
Ed è l'incertezza sul risultato finale a guidare l'andamento dei mercati di Parigi. Dopo aver raggiunto il rendimento più alto dall'estate 2014, il decennale francese è poco mosso all'1,275%, mentre il CAC 40 è l'unico listino europeo a muoversi in positivo (+0,8%).
5. Rublo in forte calo
La moneta russa sta subendo le vendite degli operatori dopo che la banca centrale russa ha deciso di allentare le misure temporanee di controllo sul capitale per limitare il crollo della valuta.
La coppia USD/RUB è in rialzo a 4% a 79,12 mentre l'EUR/RUB avanza del 3,5%. "La decisione di revocare la commissione del 12% sulle operazioni valutarie implica che gli speculatori potranno riprendere le attività di trading", ha spiegato Alor Brokerage, aggiungendo che gli investitori "tenderanno ad assicurarsi anche profitti minimi".
Intanto, il CDS a 5 anni indica una probabilità di default russo al 100% dopo che l'agenzia S&P Global ha tagliato il rating del Paese a "default selettivo" (Sd) a seguito della decisione degli Usa di impedire il pagamento dei bond russi denominati in dollari tramite le banche americane.