Morgan Stanley (NYSE:MS)si affida a Open AI, l’azienda che ha creato ChatGPT, per offrire alla clientela facoltosa una nuova esperienza di consulenza finanziaria: un chatbot, dotato di intelligenza artificiale, ascolterà la conversazione tra cliente e consulente per migliorare l’esperienza da entrambi i lati.
Come scrive Reuters, i test sono durati alcuni mesi e hanno coinvolto 1.000 consulenti finanziari. Il risultato è stato possibile grazie ai rapporti privilegiati tra la banca d’investimenti e l’azienda della Silicon Valley.
Il primo incontro è avvenuto già nel 2022 prima che l'app ChatGPT, in rapida crescita, diventasse di uso comune.
L'estate scorsa, i dirigenti delle due società hanno firmato un accordo in base al quale Morgan Stanley ha accesso privilegiato allo sviluppo di prodotti per la gestione patrimoniale.
Grazie a questi presupposti, la banca sta anche sviluppando una tecnologia che, con il permesso dei clienti, potrebbe creare un riassunto della conversazione, redigere un'e-mail di follow-up che suggerisca i passi successivi, aggiornare il database delle vendite della banca, programmare appuntamenti e imparare come aiutare i consulenti a gestire le finanze dei clienti in aree come le tasse, i risparmi per la pensione e le eredità.
Così, mentre il bot fornirà approfondimenti e supporto amministrativo ai consulenti finanziari, la consulenza sugli investimenti rimarrà di competenza degli esseri umani.
"Il consulente è ancora al centro", ha sottolineato Sal Cucchiara, chief information officer di Morgan Stanley per la gestione dei patrimoni e degli investimenti, che è tra i dirigenti che stanno guidando la banca verso l’IA. Per il momento, i dipendenti considerano la tecnologia come uno strumento utile e non temono di essere sostituiti dai bot.
Una scommessa, quella sull’intelligenza artificiale, che sta dando i suoi frutti. I ricavi netti di Morgan Stanley, infatti, sono aumentati del 16% nel secondo trimestre 2023, e le attività dei nuovi clienti sono cresciute di 90 miliardi di dollari.
Per una banca che amplia la propria offerta rivolta ai clienti facoltosi, ce n’è un’altra che vuole puntare ancora più in alto per rafforzare il proprio core business.
È il caso di Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS) che sta pensando di vendere una parte della sua attività di wealth management, quella focalizzata sui clienti con un alto patrimonio netto, per concentrarsi sugli ultra-ricchi.
La banca di Wall Street, in comunicato ha detto di essere alla ricerca di alternative per la sua divisione di consulenza sugli investimenti, denominata Personal Financial Management, che gestisce circa 29 miliardi di dollari.
La divisione, precedentemente nota come United Capital Financial Partners, era stata acquistata da Goldman per 750 milioni di dollari nel 2019, quando gestiva circa 25 miliardi di dollari in fondi. L’operazione mirava ad ampliare l’elenco dei clienti di Goldman al di là degli ultra-ricchi. La divisione, tuttavia, è rimasta una piccola parte dell’attività di wealth management della banca, che nel complesso gestisce 1.000 miliardi di dollari di asset per i clienti ultra-ricchi.
Il ceo di Goldman Sachs, David Solomon, sta subendo pressioni per risollevare le sorti di Goldman, dopo che i profitti sono crollati del 60% nel secondo trimestre a causa delle svalutazioni delle attività di credito al consumo e degli investimenti immobiliari.
Ma la decisione di riposizionarsi verso l’alto è anche un tentativo di recuperare terreno nei confronti delle banche rivali, proprio come Morgan Stanley, dove l'amministratore delegato James Gorman ha costruito il ramo di gestione patrimoniale attraverso una serie di acquisizioni che generano entrate costanti dalle commissioni.