Di Alessandro Albano
Investing.com - I prezzi delle case in Europa sembrano non fermarsi, spinti dai timori inflazionistici da una parte e da tassi d'interesse molto bassi dall'altra. Ingredienti, questi, "perfetti per una bolla" scrive Scope Ratings in uno studio, motivo per cui i regolatori "devono agire ora per frenare la crescita".
Secondo i dati dell'agenzia di rating tedesca, la crescita dei prezzi nel secondo trimestre è stata del 2,9%, superiore a quella del primo trimestre (2,5%), già la più alta degli ultimi 14 anni. Dall'inizio della pandemia, la crescita trimestrale è stata in media dell'1,9%, circa l'1,1% al di sopra della tendenza nell'ultimo decennio, portando la crescita cumulativa a quasi il +7% al di sopra del trend.
"Ciò che rende speciale il rally è la sua portata paneuropea", ha affermato Reber Acar, associate director di Scope. “Tutti i più grandi paesi europei hanno osservato una maggiore crescita dei prezzi delle case durante la pandemia rispetto alle loro medie a lungo termine dal 2010. Questo è un perfetto esempio di un divario tra domanda e offerta, che si è ampliato da entrambe le parti: la nuova offerta ha sofferto mentre la domanda si è intensificata”.
Industria edile
I dati presi in esame da Scope mostrano che l'industria edile europea non è stata colpita così duramente dalla pandemia come inizialmente previsto, con il numero limitato di insolvenze nel settore che resta "una buona base per contrastare la carenza strutturale di alloggi". Anche la fiducia è migliorata significativamente negli ultimi due mesi raggiungendo i livelli pre-crisi, e la crescita annuale delle concessioni edilizie europee è tornata in positivo dopo quattro trimestri di contrazione.
Tuttavia, ha ammonito il manager, "è improbabile che il rimbalzo dell'attività edilizia calmi l'esplosione dei prezzi delle case, almeno non a breve termine. Il fattore più imminente per il mercato immobiliare è il ritorno dell'inflazione, che sta già colpendo i cantieri. L'inflazione è un'arma a doppio taglio per il mercato immobiliare: può incentivare le famiglie ad acquistare proprietà, ma può anche portare a tassi ipotecari più elevati, riducendo l'attrattiva degli acquisti di case finanziati tramite prestiti e mutui".
BCE e tassi
Le dimissioni di Jens Weidmann, presidente uscente della Bundesbank, significano la perdita dell'esponente più 'falco' del governing council di Francoforte, e un aumento dei timori di inflazione viste le possibilità di un prolungamento delle politiche ultra-espansive. In combinazione con i tassi ipotecari ai minimi storici (1,3% ad agosto nell'area euro), spiegano dall'agenzia di Berlino, "questo aumenta il rischio di bolle immobiliari".
"I regolatori e le autorità devono assumersi la responsabilità di porre un'attenzione ancora maggiore sul mercato immobiliare e di agire rapidamente", ha affermato Mathias Pleissner, direttore del team di covered bond di Scope. “Ci aspettiamo presto regole più rigorose che limitino la capacità delle famiglie (particolarmente vulnerabili) di accedere ai finanziamenti tramite mutui e ipoteche".
"Questo vorrebbe dire un inasprimento delle misure esistenti o il passaggio da semplici raccomandazioni (come quelle attualmente applicate in Austria) a norme giuridicamente vincolanti. Altrimenti, gli istituti di credito potrebbero trovarsi con il piede sbagliato quando la cambia marea”, ha avvertito Pleissner.