Investing.com - Il dollaro scende al minimo di tre settimane questo mercoledì, tra un euro più forte e la riduzione delle aspettative che i Repubblicani riescano ad approvare la riforma fiscale entro quest’anno.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,26% a 93,48 alle 03:45 ET (08:45 GMT), il minimo dal 26 ottobre.
La richiesta di euro continua ad essere incoraggiata dopo i dati positivi sulla crescita della zona euro di ieri che costituiscono un’ulteriore prova della ripresa economica della regione, supportando la decisione della Banca Centrale Europea di iniziare a ridimensionare il programma di acquisto di bond.
Il mese scorso la BCE ha infatti dichiarato che lascerà in vigore il programma di acquisti di bond fino al prossimo anno, riducendo però la quantità degli acquisti mensili, un cambio nella politica monetaria che lascia intendere la possibilità di un futuro aumento dei tassi di interesse.
Il cambio EUR/USD sale dello 0,27% a 1,1829, mentre la coppia EUR/GBP si attesta al massimo di un mese di 0,8975.
Il dollaro è andato sotto ulteriore pressione quando ieri i Repubblicani al Senato hanno reso noto che il loro piano sulla riforma fiscale sarà legato alla sostituzione di una componente fondamentale dell’Obamacare, complicando gli sforzi per l’approvazione della proposta di legge.
Le incertezze sulle misure fiscali hanno pesato sul dollaro nelle recenti sedute, facendolo crollare di oltre l’1% dalla scorsa settimana.
Il dollaro scende contro lo yen, con la coppia USD/JPY giù dello 0,51% a 112,86 dopo essersi staccato dal massimo di 113,90 ieri.
Lo yen sembra non aver risentito dei dati nipponici secondo cui l’economia è cresciuta più velocemente del previsto nel terzo trimestre grazie all’aumento delle esportazioni, registrando il periodo più lungo di crescita ininterrotta in più di un decennio.
Gli investitori attendono i dati sull’inflazione USA di ottobre nel corso della giornata, che dovrebbero mostrare solo un modesto aumento dei prezzi al consumo.
La sterlina sale, con la coppia GBP/USD su dello 0,14% a 1,3182 in vista dell’ultimo report sull’occupazione britannica nel corso della giornata.
Intanto, il dollaro australiano scende contro il cugino statunitense, con il cambio AUD/USD vicino al minimo di quattro mesi di 0,7587 dopo i dati deboli sui compensi che pesano sulle prospettive per l’inflazione e quindi per i tassi di interesse.
Il dollaro neozelandese è pressoché invariato, con la coppia NZD/USD a 0,6876, dopo aver segnato il minimo di due settimane di 0,6862 nella notte.