Investing.com - Il dollaro statunitense è sceso nelle prime ore di contrattazioni europee di venerdì, ma si è avviato verso il terzo guadagno settimanale consecutivo grazie alle crescenti aspettative di rialzo dei tassi statunitensi.
Al momento della scrittura l’indice del dollaro, che confronta conto del biglietto verde rispetto a un paniere di altre sei valute, è sceso dello 0,1% a 104,040, appena al di sotto del massimo di due mesi di giovedì, 104,31.
Nonostante le lievi perdite di venerdì, la valuta statunitense si avvia a registrare un guadagno settimanale, il terzo consecutivo, di poco inferiore all’1%, in quanto gli operatori si posizionano in vista di un possibile aumento dei tassi di interesse statunitensi per un periodo più lungo.
I dati pubblicati giovedì hanno mostrato che le nuove richieste di sussidio di disoccupazione USA sono aumentate solo moderatamente la scorsa settimana, raggiungendo 229.000 unità, mentre la crescita del primo trimestre del PIL è stata rivista al rialzo all’1,3%, dall’1,1%.
Venerdì l’attenzione si concentrerà sulla pubblicazione dell’indice della spesa per consumi personali, un barometro dell’inflazione molto seguito, che la Federal Reserve osserverà con attenzione in vista del vertice di politica di giugno.
Con l’inflazione che si è dimostrata stabile, sono aumentate le aspettative che la Fed aumenti nuovamente i tassi a giugno, con gli operatori dei future che si dividono quasi equamente tra l’aspettativa di un rialzo dei tassi e quella di una pausa.
Anche il dollaro ha ricevuto una spinta questa settimana, dato il suo status di bene rifugio, dalla mancanza di successo nel raggiungere un accordo per alzare il tetto del debito pubblico statunitense di 31.400 miliardi di dollari, con l’avvicinarsi della scadenza di inizio giugno.
Le due parti sembrano essere vicine a un accordo, secondo quanto riportato da Reuters nella tarda serata di giovedì, ma qualsiasi accordo dovrà essere approvato dalla Camera dei Rappresentanti, controllata dai repubblicani, e dal Senato, controllato dai democratici.
Il cambio EUR/USD è salito a 1,0731, rimanendo vicino al minimo di due mesi, anche se i funzionari della Banca Centrale Europea accennano a ulteriori aumenti dei tassi di interesse per domare l’inflazione ancora elevata.
“Per allontanare lo spettro dell’inflazione, noi dell’Eurosistema abbiamo agito con determinazione”, ha dichiarato giovedì il presidente della Bundesbank Joachim Nagel. “Il Consiglio direttivo della BCE continuerà a seguire questo percorso di restrizione monetaria per superare l’alta inflazione”.
Il cambio GBP/USD è salito dello 0,2% a 1,2344 dopo che le vendite al dettaglio britanniche sono cresciute più del previsto in aprile, aumentando dello 0,5% rispetto a marzo, al di sopra dello 0,3% previsto e in miglioramento rispetto al calo dell’1,2% del mese precedente.
Con l’inflazione nel Regno Unito che rimane la più alta del G7, insieme all’Italia, e la spesa per i consumi che mostra una certa resistenza, è probabile che la Banca d’Inghilterra aumenti ancora i tassi di interesse il mese prossimo.
Il cambio USD/JPY ha registrato un calo dello 0,2% a 139,78, appena al di sotto dei massimi di sei mesi, dopo i dati sull’inflazione a Tokyo di venerdì, più deboli del previsto, che hanno rafforzato le aspettative che la Banca del Giappone si astenga dall’inasprire la propria politica quest’anno.