di Sabina Suzzi e Valentina Za
SAN LAZZARO DI SAVENA, Bologna - Furla si prepara alla sfida di un mercato in rapida trasformazione, dove la competizione nel retail si fa sempre più forte, puntando a una crescita più aggressiva che in passato per fare un salto dimensionale e arrivare in cinque anni a un fatturato di 500 milioni, oltre il doppio rispetto al 2013.
"È finito un ciclo e ne inizia un altro, il 2014-15 è la svolta per un nuovo corso", ha detto in un'intervista a Reuters l'AD Eraldo Poletto.
Il gruppo di pelletteria e accessori - che ha realizzato all'estero tre quarti dei 228 milioni di euro di fatturato dell'anno scorso, chiuso in utile - vuole accelerare gli investimenti per assicurarsi 'location' chiave e per finanziare la crescita sta valutando tutte le opzioni, dall'indebitamento a un eventuale sbarco in borsa.
Parlando nella sede alle porte di Bologna - una villa del 1700 acquistata e restaurata dalla famiglia Furlanetto, proprietaria del gruppo - Poletto ha ripercorso i solidi risultati degli ultimi tre anni (+45% dai 157 milioni di fatturato del 2010 ai 228 milioni del 2013 grazie alla crescita a parità di perimetro e all'apertura di nuovi mercati), ma ha sottolineato che adesso bisogna "mettere il turbo, è bello essere cresciuti così tanto ma è solo l'inizio, ci siamo allenati per correre".
"E' il mercato che mi costringe a farlo". Con i numeri attuali - ha proseguito - la società non è sufficientemente grande da potersi imporre sul mercato né così piccola da essere di nicchia.
"Siamo un'azienda che sta decidendo di fare il salto dimensionale, che è quello di arrivare a quei volumi che consentono di poter competere con gruppi da 3-4 miliardi di dollari. Bisogna avere il coraggio nel momento in cui le cose vanno bene, non avere paura di crescere".
SU IPO "AL LAVORO PER ESSERE PRONTI A DECIDERE"
Il gruppo, presente in 100 paesi nel mondo, si aspetta entro metà 2015 di aggiungere circa 40 nuovi negozi monomarca ai 367 attuali.
Il 24% dei ricavi di Furla del 2013 viene dall'Italia mentre all'estero è predominante l'area Emea (30%) seguita da Giappone (23%), Asia Pacifico (14%) e Usa (9%). "Stiamo investendo molto in Asia, continueremo a investire in Giappone e ci stiamo organizzando affinché gli Stati Uniti possano diventare un mercato molto più importante di quello che è oggi", ha detto Poletto.
Gli spazi di crescita nel segmento 'premium' esistono ma bisogna essere pronti a occuparli prima che le maglie si stringano, ha proseguito l'AD citando ad esempio la rapida espansione - anche in Europa - del gruppo Usa Michael Kors.
L'obiettivo, ha aggiunto, è quello di raddoppiare i ricavi, "perché la dimensione ottimale di un'azienda di questo settore sono i 500 milioni. Il mio obiettivo entro i cinque anni è di poter arrivare a quelle cifre per uscire da una dimensione che non mi porta né di qua né di là".
Furla - che ha lanciato la sua prima collezione di borse negli anni Settanta - intende anche investire nel mix di prodotto. Ha creato quest'anno una business unit dedicata alle calzature e ha sviluppato una collezione uomo rivolta in particolare al mercato asiatico. "Pensiamo anche a licenze, per esempio per orologi e beauty", ha detto l'AD.
Partendo da una situazione di non indebitamento, il gruppo potrebbe ricorrere alle banche per finanziare gli investimenti - ha affermato l'AD - ma sta anche lavorando "per essere pronti a decidere" su un'eventuale quotazione in Borsa.
"Siamo una società sana che genera cash", ha sottolineato. "Siamo in condizione di poter decidere qual è la soluzione migliore per l'azienda nel lungo termine. Poi naturalmente la decisione spetta agli azionisti".
((Redazione Roma, Reutersitaly@thomsonreuters.com, +390685224395, Reuters.messaging: roberto.landucci.thomsonreuters.com@reuters.net))