MILANO (Reuters) - Una vittoria di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti avrebbe un doppio impatto negativo per il settore del lusso in Europa.
Lo sostiene Exane Bnp Paribas in uno studio sull'impatto delle fluttuazioni valutarie sul comparto, nel quale viene sottolineato anche il forte differenziale di prezzo che ancora permane tra i prodotti di molti brand italiani in Europa e in Cina.
Una vittoria di Trump alle elezioni dell'8 novembre, scrive il report, avrebbe un doppio effetto negativo per le società del lusso europee: crescerebbe la probabilità di una svalutazione del dollaro, coerente con l'approccio protezionistico del candidato, e ne conseguirebbe una pressione al ribasso sui prezzi dei beni di lusso negli Stati Uniti.
A questo si aggiungerebbe un probabile ulteriore rafforzamento dello yen, visto come "porto sicuro" in questa fase di incertezza legata proprio alle elezioni americane. L'effetto prevedibile è di un peggioramento dei trend di vendita del lusso in Giappone, che negli ultimi mesi sta perdendo competitività rispetto alla Cina, da cui tradizionalmente arrivavano molti turisti per comprare beni a prezzi più bassi.
Altro tema chiave, ricorda Exane, è il differenziale di prezzo dei beni di lusso tra Europa e Cina, cui i brand italiani risultano particolarmente esposti. Prendendo come riferimento il premio dei prezzi in Cina rispetto alla Francia, le prime cinque posizioni sono infatti occupate da italiani: Armani (premio del 75%), Tod's (66%), Moncler (MI:MONC) (65%), Dolce & Gabbana (61%) e Salvatore Ferragamo (MI:SFER) (51%). Louis Vuitton è al 47%, Burberry al 39%.
L'obiettivo comunque, secondo lo studio, è riportare gradualmente il gap su livelli ragionevoli (intorno al 30-35%), non ridurlo a zero vista l'importanza che hanno gli acquisti dei turisti asiatici per i negozi europei.