WASHINGTON (Reuters) - Secondo il Fmi alla Grecia dovrebbero essere fissati obiettivi fiscali meno pesanti di quelli previsti dall'attuale programma di bailout, altrimenti l'economia del Paese sarà destinata a crescere di meno dell'1% nel lungo termine.
Tuttavia, la review annuale condotta dal Fmi sulle politiche economiche greche evidenzia un'inconsueta spaccatura all'interno del board esecutivo dell'organizzazione, proprio mentre questa sta ancora valutando se tornare ad avere un coinvolgimento finanziario nei confronti della Grecia, con l'eventuale partecipazione a un nuovo piano di bailout che dovrebbe a partire a metà 2018.
Il Fmi ha infatti reso noto che la maggioranza dei membri del proprio board è favorevole a stabilire per Atene un target di avanzo primario dell'1,5% del Pil entro il 2018; una minoranza dei membri rimane invece favorevole al target del 3,5% cui puntano i creditori europei di Atene.
Il Fondo non ha identificato chi, dei 24 membri del board, si sia schierato per i due diversi obiettivi.
Sia il direttore generale Christine Lagarde sia altre figure di primo piano del Fmi hanno già evidenziato come un obiettivo di avanzo primario del 3,5% sia troppo pesante e che ulteriori misure di austerità avrebbero un impatto negativo sulla crescita. Dall'altra parte c'è la Germania -- su cui pesa il contributo maggiore al bailout greco e che andrà ad elezioni politiche in settembre -- che si oppone a ogni forma di 'sconto' alla Grecia prima del raggiungimento dei target previsti dal piano.