Investing.com - I dati sulle scorte fermano il breve recupero del prezzo del petrolio greggio e del Brent che oggi tornano a scendere dell’1% entrambi.
Ieri, infatti, sono stati diffusi i dati sulle scorte Usa, con l’American Petroleum Institute che ha comunicato la quantità del greggio presente nelle aziende statunitensi che arriva a 5,36M, rispetto al precedente dato del 3,453M.
L’attesa per le decisioni del vertice Opec che inizia domani aveva fatto segnare un recupero dei prezzi negli ultimi giorni, con un picco del WTI a oltre 54 dollari al barile, mentre oggi viene scambiato appena sopra i 52 dollari.
Il taglio alla produzione tanto ventilata nei giorni scorsi sembra non essere più così sicuro, con le mosse di Donald Trump verso la Cina che potrebbe aver suggerito all’Arabia Saudita di non precipitarsi a ridurre le quote prodotte.
In una nota ai clienti della londinese Energy Aspects si legge: “L’Arabia Saudita e i suoi alleati taglieranno la produzione con discrezione, in quanto non desiderano una nuova impennata delle scorte a livelli record come quella del 2014. Il piano terrà in equilibrio il mercato fisico durante gli alti prezzi ufficiali di vendita (OPS), riducendo di conseguenza la domanda di greggio saudita. E questo sicuramente contribuirà a porre un livello minimo sotto i prezzi consentendo loro di riprendersi gradualmente”.
L’Arabia Saudita, dunque, potrebbe “tenere un basso profilo” nel corso di questo vertice Opec con il ministro dell’Energia, Khalid Al Falih, che ha definito “prematura” ogni ipotesi su un eventuale accordo che potrebbe essere raggiunto a Vienna tra i Paesi Opec e non Opec.
A rendere i nervi tesi all’interno dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio era arrivata la notizia dell’addio del Qatar a partire dal 2019. Nonostante sia poco rilevante da un pusto di vista della produzione, il Qatar viene considerato molto influente, visto, ad esempio, la sua iniziativa del 2016 che portò ai primi colloqui da cui sarebbe nata la collaborazione con la Russia. A questo punto, si teme che ulteriori defezioni potrebbero arrivare.
Proprio la Russia concorderebbe sull’idea di dover tagliare la produzione, secondo quanto dichiarato da Al Falih in un’intervista a Bloomberg Tv, ma l’Opec deve ancora “capire cosa c’è bisogno di fare e quanto ridurre” e verificare poi quanti paesi contribuirebbero davvero al taglio.
Secondo indiscrezioni, la riduzione potrebbe essere da 1,3mbg da dividere equamente tra i Paesi Opec e non Opec, anche se si diffondono voci di una mancanza di unanimità di intenzioni tra i produttori, mentre la Russia starebbe premendo affinché i tagli si fermino a 300 mila bg.