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Banche, Visco: valutare effetti su credito nuove richieste capitale

Pubblicato 22.04.2015, 15:35
© Reuters. A trader works at Intesa Sanpaolo bank in Milan

ROMA (Reuters) - Nel definire i requisiti patrimoniali delle banche europee occorre valutare "con attenzione gli effetti macroeconomici che ulteriori richieste di capitale potrebbero avere sull'offerta complessiva di credito all'economia".

Lo dice il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, aggiungendo che occorre "garantire regole certe" per consentire agli istituti di credito un'adeguata pianificazione.

Anticipando il Rapporto sulla stabilità finanziaria che sarà pubblicato a fine aprile, il numero uno di Via Nazionale sottolinea che "il miglioramento delle condizioni di fondo dell'economia e dei mercati, cui hanno contribuito in misura determinante gli interventi dell'Eurosistema, si sta riflettendo positivamente sulle condizioni delle banche".

"I bilanci bancari continuano a risentire, tuttavia, della protratta debolezza dell'attività economica, che pesa sulla qualità del credito e sulla profittabilità degli intermediari", prosegue Visco durante un'audizione in Senato sulla vigilanza unica europea.

Il governatore analizza in dettaglio il nuovo Meccanismo di risoluzione unico (Srm) e dice che "per rendere possibile la risoluzione di intermediari molto grandi e complessi sarà necessario dotare il Fondo di risoluzione unico di un adeguato backstop pubblico europeo, attivabile in breve tempo".

"Le risorse comuni eventualmente anticipate al Fondo dovranno essere comunque recuperate ex post a carico degli intermediari, coerentemente con un quadro normativo che ha l'obiettivo di attribuire al settore privato l'onere di sostenere i costi delle crisi".

© Reuters. A trader works at Intesa Sanpaolo bank in Milan

Visco lamenta il lento processo di recepimento in Italia delle direttive europee sulla vigilanza unica, che invece "sarebbe stato essenziale" in questa fase di transizione verso il nuovo assetto di regole e controlli: "Lunghi tempi per la trasposizione delle regole europee nell'ordinamento nazionale ostacolano l'impegno e la partecipazione attiva del nostro Paese al processo di integrazione finanziaria europea; possono incidere sulla stessa credibilità della nostra azione, soprattutto ora che il confronto con gli altri sistemi europei diventa serrato; spesso espongono il Paese a procedure di infrazione", conclude il governatore della Banca d'Italia.

(Giuseppe Fonte)

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