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Borsa Milano riduce calo ma resta tensione su Ucraina, banche giù, recupera Banco Bpm

Pubblicato 14.02.2022, 17:49
Aggiornato 14.02.2022, 17:55
© Reuters. Una donna davanti l'ingresso della borsa di Milano. REUTERS/Flavio Lo Scalzo

MILANO (Reuters) - Piazza Affari rimane in rosso ma riduce le forti perdite della mattinata dopo che alcune dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, hanno aperto spiragli diplomatici sulla crisi ucraina, allentando in parte la tensione su mercati.

Lavrov ha suggerito al presidente russo Vladimir Putin che Mosca continui a percorrere la strada diplomatica per ottenere dall'Occidente garanzie relative alla sicurezza.

Il ministro degli Esteri russo ha detto inoltre a Putin che gli Stati Uniti hanno avanzato proposte concrete per ridurre i rischi militari, ma ha affermato che le risposte di Ue e Nato non sono state soddisfacenti.

Dopo un deciso recupero dei futures Usa a fine mattinata in scia alla dichiarazioni di Lavrov, la borsa Usa ha aperto in leggero terreno negativo risentendo, oltre che delle tensioni geopolitiche, anche dei timori per un aumento dei tassi più rapido delle attese.

Il presidente della Fed di Saint Louis James Bullard ha detto che i dati da ottobre a gennaio, indicando una forte inflazione, giustificano un incremento dei tassi a ritmo accelerato da parte della Federal Reserve.

Intorno alle 16,40 il FTSE Mib perde il 2,5%.

Tra i titoli in evidenza:

La tensione generale sui mercati e il balzo dello spread, arrivato a 170 punti base tra decennali Btp e Bund, colpisce in modo particolare i bancari, in vistosa correzione dopo il recente trend positivo spinto anche alle attese sul consolidamento del settore.

UniCredit, in fondo al FTSE Mib, perde il 4,6% in un contesto di banche europee, soprattutto quelle maggiormente esposte in Russia, in forte ribasso. Giù anche BPER, in calo del 4,5% e INTESA SANPAOLO (MI:ISP) a -3,4% in linea all'indice del settore italiano.

Banco Bpm (MI:BAMI), sotto i riflettori per le speculazioni su una possibile offerta da parte di Unicredit (MI:CRDI), si stacca dall'andamento generale del settore e recupera terreno limitando la perdita a 0,6%. Dopo un weekend passato senza grosse novità sul tema, e in attesa di ulteriori sviluppi, gli analisti continuano a valutare positivamente un possibile deal che avrebbe una buona base industriale e strategica, una prospettiva che continua a sostenere il titolo dell'istituto guidato da Giuseppe Castagna.

Anche Carige (MI:CRGI_old) in rialzo dello 0,3% è sostenuta dall'attesa per l'arrivo dell'offerta formale di Bper (MI:EMII) per l'acquisizione della quota dell'80% detenuta dal Fitd in vista della scadenza del termine dell'esclusiva previsto per domani. Oggi si è riunito un Cda di Bper mentre sono in corso le riunioni dei consigli del Fondo interbancario di tutela dei depositi e dello Schema Volontario per esaminare l'offerta del gruppo modenese.

Giornata di vendite intense sugli industriali e automotive: CNH (MI:CNHI) INDUSTRIAL - il cui target price è stato tagliato da Stifel a 17 dollari da 18 dollari - erde il 4,2%, STELLANTIS il 3%.

Interpump (MI:ITPG) è in calo del 4,3% nel giorno dei conti del quarto trimestre chiuso con un utile netto consolidato normalizzato in aumento del 23,5%.

Banca Generali (MI:GASI) in flessione del 2% circa dopo avere annunciato il piano strategico al 2024 che vede una crescita media annua dell'utile netto ricorrente del 10-15% e un dividendo per azione cumulato di 7,5-8,5 euro.

L'avversione al rischio e la ricerca di porti più sicuri hanno indirizzato oggi i pochi acquisti sui titoli più difensivi, come SNAM (MI:SRG) e IMWIT entrambi in rialzo dello 0,8% circa. Fuori dal FTSE Mib GAS PLUS è in asta di volatilità dopo un balzo del 25%.

© Reuters. Una donna davanti l'ingresso della borsa di Milano. REUTERS/Flavio Lo Scalzo

Movimenti, in parte slegati dall'andamento generale del mercato, su alcuni titoli minori: BE balza del 25% circa dopo un'intesa tra gli azionisti per la cessione del 43,2% della società a Engineering, il cui perfezionamento porterebbe al lancio di un'Opa obbligatoria a 3,45 euro.

Temsec cede il 10% circa dopo che venerdì, a borsa chiusa, ha comunicato di avere rivisto al ribasso la stima dei preliminari 2021 anche a causa della crescita esponenziale dei costi dell'energia elettrica e delle materie prime.

(Andrea Mandalà, editing Stefano Bernabei)

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