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Borse asiatiche in calo, rallenta l’attività delle fabbriche cinesi

Pubblicato 31.03.2022, 04:46
© Reuters.
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Di Gina Lee

Investing.com – Andamento perlopiù negativo per i mercati dell’area Asia-Pacifico questo giovedì, dopo la chiusura negativa di ieri dei mercati USA e le voci di un possibile rilascio di scorte strategiche di greggio negli USA.

In Cina lo Shanghai Composite è in calo dello 0,17% alle 4:23 am CEST mentre lo Shenzhen Component è in calo dello 0,6%. L’indice PMI manifatturiero si è attestato a 49,5, mentre l’indice PMI non-manifatturiero si è attestato a 48,4 a marzo 2022. L’indice Caixin manifatturiero PMI è atteso per venerdì.

L’indice Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,79%.

In Giappone l’indice Nikkei 225 è in calo dello 0,13%, dopo i dati sulla produzione industriale in salita dello 0,1% su base mensile a febbraio.

In Corea del Sud il KOSPI è in salita dello 0,51 %, mentre in Australia, l’ASX 200 è in salita dello 0,35%.

La notizia secondo cui gli Stati Uniti starebbero preparando un piano per rilasciare circa un milione di barili di petrolio al giorno dalle sue riserve strategiche di petrolio ha fermato il rimbalzo del petrolio. Nel corso della giornata si terrà un vertice dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e gli alleati (OPEC+).

Le azioni globali si avviano a registrare il trimestre peggiore degli ultimi due anni, mentre la guerra in Ucraina mette pressione al rialzo sui prezzi delle materie prime, costringendo le banche centrali, tra cui la Federal Reserve, ad inasprire la politica monetaria.

Dall’altra parte dell’Atlantico, i bond europei a breve termine europee hanno registrato un selloff, con gli investitori che scommettono che l’inflazione più alta del previsto costringerà la Banca centrale europea ad aumentare i tassi di interesse.

Intanto, non ci sono stati progressi nei colloqui tra Ucraina e Russia per porre fine alla guerra scatenata dall’invasione russa del 24 febbraio. La Russia sta radunando le forze nel tentativo di conquistare la regione ucraina del Donbas.

In tutto ciò, la Russia avrebbe ritirato la richiesta che gli acquisti di gas naturale siano fatti in rubli, secondo la Germania, e si starebbe discutendo sul meccanismo di pagamento.

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