Investing.com - Ribassi in Europa questo mercoledì, con FTSE MIB, DAX, CAC 40 e FTSE 100 che così estendono le perdite registrate nell'arco di questa settimana in un mese, quello di maggio, che comunque non si è dimostrata negativo per i mercati azionari al contrario del tradizionale motto "sell in May and go away".
Con l'intesa sul debito Usa pronta ad andare in Congresso per l'approvazione finale, sono arrivate brutte notizia dall'economia cinese con i PMI che hanno indicato la difficoltà del Paese a riprendersi dai quasi tre anni di restrizioni Covid.
Le lettura sull'attività cinese ha spinto l’indice Hang Seng in calo del 2,5% negli scambi di mercoledì ad Hong Kong, toccando un minimo di sei mesi a 18.130,00 punti, con le perdite totali al 25% dal massimo intraday di 22.700 punti toccato a fine gennaio.
A Wall Street, nonostante Nvidia sia entrata nel club delle società con più di mille miliardi di dollari dollari di market cap, gli indici chiudono a due velocità, con Dow Jones in calo dello 0,2% ed S&P 500 sulla parità.
I mercati non brindano al possibile accordo sul tetto del debito USA, scrive su Investing.com l'analista di eToro Gabriele Debach. "Si tratta in fondo di un sollievo per il mercato e di una preoccupazione in meno. Ma il rimbalzo è pur sempre limitato, con un mercato che non hai mai creduto ad un possibile default".
"L'euforia iniziale si è quindi facilmente affievolita poiché questo contempla la riduzione di spesa e di stimoli fiscali per l'economia statunitense", aggiunge.
In Europa, il calendario economico è dominato dall'inflazione di Germania e Italia per il mese di maggio, prima del dato flash sull'inflazione dell'eurozona di giovedì.
Intanto, lo stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia, il più popoloso del Paese, ha registrato un tasso d'inflazione annuale del 5,7% a maggio, notevolmente al di sotto del 6,8% previsto e del 6,7% rivisto.
In Francia invece l'inflazione si è ridotta più del previsto a maggio, ai minimi di un anno con tasso annuale del 6,0%, rispetto al 6,9% visto ad aprile.
I dati cinesi stanno pesando anche sulle valutazioni di Brent e Wti, vista l'importanza di Pechino nel mercato petrolifero essendo il maggior importatore di greggio a livello globale.