Di Alessandro Albano
Investing.com - L'annuncio del presidente russo di Putin di riconoscere le repubbliche separatiste russe in Ucraina sta mandando al tappeto le Borse mondiali dopo un inizio di settimana in negativo. In Europa, il Mib sta perdendo l'1%, il Dax cede lo 0,9%, il Cac segna il -0,8%, mentre l'Euro Stoxx 50 registra un calo dello 0,9%.
Non va meglio in Russia, già sotto pesanti vendite dalla scorsa settimana. Il MOEX Russia è in calo del 4% dopo il crollo del 10% registrato ieri (-24% in quattro sedute) e RTSI in ribasso del 7,3% dopo aver perso circa il 30% da giovedì scorso.
Molto colpito anche il credito, con titolo a 10 anni balzato al 10,8% di rendimento e CDS a cinque anni schizzato del 13% a 268 come nel marzo 2016, valori che hanno portato il Cremlino a fermare temporaneamente le aste di titoli di Stato in programma per oggi. Pesanti ripercussioni anche sulla valuta di Mosca, con la coppia USD/RUB che ha toccato valori massimi oltre RUB80,22.
Il nuovo capitolo della crisi ucraina si è aperto dopo l'annuncio di Putin in diretta televisiva di riconoscere le regioni Donetsk e Luhansk - note come Donbass - autoproclamate "repubbliche popolari" indipendenti dopo l'invasione russa della Crimea nel 2014. Un'invasione che ha portato ad un ampia serie di sanzioni contro Mosca e che ora la Nato potrebbe decidere di applicare al quadrato.
Secondo Antonio Tognoli, head of research di Integrae SIM, "le borse sono chiaramente guidate dalla guerra in Ucraina che non è ancora ufficialmente scoppiata, ma che ha già avuto come conseguenza quella di aumentare il prezzo del gas e dell’energia elettrica che da questo dipende, vanificando parte della crescita derivante dagli investimenti del PNRR se i prezzi dovessero rimanere elevati o peggio crescere ulteriormente. E figuriamoci dove arriverà il prezzo dell’energia se la Russia invade l’Ucraina".
Sul fronte diplomatico, spiega l'esperto, "Putin ha già vinto, avendo centrato almeno due obiettivi. Il primo, destabilizzando l’Ucraina la Russia si garantisce che questa non entrerà nella NATO, il secondo è quello di essere considerato un interlocutore con cui gli USA devono trattare".
Per Tognoli, "l’unico settore che potrebbe essere privilegiato è quello energetico, con l’oro e gli immobili che verrebbero comunque considerati come beni rifugio. Al di la degli aggiustamenti di portafoglio, continuiamo a privilegiare una strategia di copertura che preveda l’acquisto/vendita di call/put".
L'escalation in Ucraina ha trascinato in ribasso anche i listini asiatici, con Nikkei in calo dell'1,7%, Hang Seng in ribasso del 3% e Shanghai Composite al -1%. Per quanto riguarda Wall Street, dopo la chiusura di lunedì, i future indicano un calo di 300 punti per il nasdaq e di 500 per il Dow Jones.
Forti aumenti per le materie prime legate alla produzione russa, con Brent vicino ai 95$ al barile e Palladio a $2400, mentre l'oro è scambiato oltre i $1.910 per oncia. Guardando il gas naturale, i prezzi Usa sono in rialzo del 2,7% a $4,495, mentre in Europa i Dutch TTF Natural Gas Futures sono in calo del 2,8% a 71,72 euro per megawattora.
Nell'agenda macroeconomica, attenzione all'inflazione IPC dell'Italia e l'indice di fiducia delle imprese Ifo in Germania. Per gli Stati Uniti, arriveranno il PMI manifatturiero, composito e dei servizi, nonché la fiducia dei consumatori del Conference Board. Non perderti i principali eventi macro con il calendario di Investing.com.