OraFinanza - Coefficienti patrimoniali “significativamente” superiori ai requisiti minimali richiesti dalla Banca centrale europea per Bper Banca (BIT:EMII). La notizia è stata diffusa stamattina dalla stessa banca emiliana in una nota nella quale spiega di aver ricevuto da Francoforte la notifica della nuova decisione in materia di requisiti prudenziali da rispettare su base consolidata, presa alla fine del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale denominato Supervisory review and evaluation process (Srep).
A Piazza Affari, intanto, il titolo Bper Banca apre in positivo la seduta di oggi segnando una crescita superiore all’1%, superando così quota 5,88 euro, sovraperformando il FTSE MIB (+0,5%). Le azioni della banca stanno guadagnando oltre il 92% in questo 2024, tra le migliori componenti del principale indice di Milano, seconde solo a Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) (+108%) e Unipol (BIT:UNPI) (+125%).
In base agli esiti del processo di revisione e valutazione prudenziale condotto nel corso del 2024, con riferimento alla data del 31 dicembre 2023 e a ogni altra informazione pertinente ricevuta successivamente, la BCE ha stabilito che, dal primo gennaio 2025, Bper debba mantenere su base consolidata un coefficiente minimo di capitale in termini di Common equity tier 1 ratio (Cet1 ratio) pari all'8,93%, costituito dalla somma del requisito minimo regolamentare di Pillar 1, pari al 4,5%, del requisito aggiuntivo di Pillar 2, pari all'1,27% e del Combined buffer requirement pari al 3,16%. Bper presentava al 30 settembre un Cet1 ratio proforma pari a 15,8%, dunque superiore a quanto richiesto da Francoforte.
L’altro requisito minimo stabilito dalla BCE, il totale dei fondi propri (total capital ratio), dovrà essere pari al 13,41% e anche in questo caso la banca emiliana risultava alla fine del terzo trimestre oltre quanto deciso dall’istituto centrale con un total capital ratio pro-forma pari a 20,3%.
Il buon momento della banca emiliana era confermato ieri dalla decisione degli analisti di Deutsche Bank (ETR:DBKGn) di alzare il target price dell’istituto da 6,10 a 6,40 euro, confermando la raccomandazione hold.
Anche da Jefferies è arrivata la stessa decisione, con il prezzo obiettivo su Bper aumentato da 7 a 7,30 euro, con consiglio di acquisto (buy) confermato all’interno del report del broker sul settore finanziario italiano. Gli esperti hanno incrementato il fair view anche su altre importanti banche quali Unicredit (BIT:CRDI) (da 47 a 49 euro), Banco BPM (da 7 a 7,3 euro) e Banca Popolare di Sondrio (BIT:BPSI) (da 6,6 a 8 euro). Confermato il target price su Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) (4,4 euro), mentre è stato ridotto su Credem (da 11,9 a 11,5 euro).
"Durante il 2024 abbiamo visto un significativo re-rating del settore, con revisioni dell'Eps in media del 20% con un total return di circa il 50%. Pensiamo che questo possa continuare nel 2025", spiegano gli analisti, che citano due temi: "M&A e total return. Restiamo costruttivi sul settore, dal momento che il consolidamento può aumentare l'efficienza, mentre l'impatto di tassi più bassi sarà quasi compensato da altre linee del conto economico. Puntiamo sull'M&A via Unicredit e sul total return via Intesa Sanpaolo".