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EDITORIALE - Mercati a caccia degli ultimi rendimenti positivi nel G7: Mike Dolan

Pubblicato 19.08.2020, 10:59
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di Mike Dolan

LONDRA (Reuters) - Come frutti troppo maturi di fine dell'estate, i rendimenti reali positivi a lungo termine dell'Italia sono tra gli ultimi rimasti nei principali mercati dei titoli di Stato del mondo, e vengono raccolti rapidamente.

I premi sul debito sovrano dell'Italia rispetto ai Bund tedeschi sono tornati ai minimi pre-pandemici questa settimana, nonostante l'impennata del debito pubblico. Ma mentre i titoli italiani hanno ora gli unici rendimenti reali positivi a 10 anni tra le economie del G7 - appena lo 0,3% questa settimana - si stanno rapidamente dirigendo verso lo zero.

I governi di tutto il mondo si trovano ad affrontare nuovi carichi di debito a causa dello shock da COVID-19. Eppure gli investitori scommettono che le principali banche centrali dovranno mantenere bassi per anni i tassi di indebitamento a lungo termine per i governi e le imprese private per mantenere questi debiti a prezzi accessibili e mantenere il flusso del credito.

A meno che le stesse banche centrali non smentiscano presto i mercati su questa intenzione, tutti i rendimenti reali che restano o quelli corretti per l'inflazione, probabilmente quest'anno saranno spazzati via.

Quindi, con i tassi di riferimento ancorati vicino allo zero e l'acquisto di obbligazioni sovrane a lungo termine in pieno flusso, i cosiddetti rendimenti sicuri dei bond sono praticamente evaporati.

I rendimenti reali decennali degli Stati Uniti sono scesi sotto lo zero a gennaio, unendosi agli equivalenti francesi, tedeschi e britannici che sono rimasti per gran parte dell'ultimo decennio in territorio negativo.

Ma i rendimenti reali del Tesoro statunitense hanno continuato ad affondare insieme agli altri perché gli investitori scommettono che le banche centrali manterranno quei tassi per molto tempo anche dopo che ci sarà una ripresa e un aumento dell'inflazione.

SPREMERE IL SUCCO RIMANENTE

I programmi di acquisto di titoli obbligazionari di Fed, Bce, Banca del Giappone e Banca d'Inghilterra sono ancora pienamente in corso e molti prevedono che saranno estesi ben oltre quest'anno, anche alla scadenza degli attuali piani.

La scorsa settimana la Deutsche Bank (DE:DBKGn) ha detto di aspettarsi che la Bce utilizzi l'intero programma di acquisto di obbligazioni legate al COVID (il PEPP da 1.350 miliardi di euro) entro la metà del prossimo anno e adotti un esplicito obiettivo di inflazione "simmetrica" del 2% dopo la sua revisione strategica degli obiettivi politici nel 2021.

Quest'ultimo permetterebbe all'inflazione di muoversi al di sopra del 2% per un periodo, considerando la media di un obiettivo di inflazione nel tempo. Ciononostante, gli economisti della Deutsche ritengono che la persistente capacità di risparmio nella zona euro significhi che l'inflazione sarà probabilmente ancora inferiore al 2% nell'orizzonte di previsione e non vedrà alcun aumento del tasso in quel periodo. Inoltre, si aspetta anche che la Bce continui il suo Programma pre-pandemico di acquisti netti mensili, con la prospettiva di un aumento.

In quest'ottica, i grandi investitori come BlackRock mantengono una raccomandazione di OVERWEIGHT sui titoli di Stato della periferia della zona euro, nonostante il forte calo dei rendimenti. "Vediamo un'ulteriore compressione dei tassi dovuta a un maggiore allentamento quantitativo da parte della Banca Centrale Europea e ad altri interventi", dice il colosso della gestione statunitense.

NON C'È PIÙ UNA ANOMALIA?

L'Italia è stata un caso anomalo per mesi a causa del suo pesante rapporto debito/Pil già prima della pandemia, del grave colpo inferto dal virus all'inizio e delle peculiarità del blocco dell'euro che, ancora una volta, ha alimentato i timori che lo shock di quest'anno potesse minare la moneta unica e sollevare dubbi sulla permanenza dell'Italia nel corso del tempo.

Ma dall'accordo Ue del mese scorso sul Fondo di recupero post-pandemico da 750 miliardi di euro i rendimenti nominali italiani a 10 anni sono scesi sotto l'1% e il premio sulla Germania si è ora dimezzato dai picchi di marzo di 282 punti base per rivedere i livelli pre-covid.

Sia l'entità dell'acquisto di obbligazioni della Bce che la riduzione della pressione sulle nuove vendite di debito dovuta ai previsti trasferimenti del Recovery fund e al programma di sostegno alla disoccupazione della Ue del prossimo mese - oltre ai prossimi rimborsi e alla riduzione dei costi del servizio del debito - potrebbero avere un enorme impatto sulle dinamiche di mercato in futuro.

Morgan Stanley (NYSE:MS) calcola che "in Italia e in Spagna (così come in altri mercati obbligazionari dei Paesi periferici) esisterà nel prossimo futuro una offerta netta negativa, esclusi i buoni del Tesoro, di circa 53 miliardi di euro per il 2021 nel suo complesso.

Di conseguenza, i rendimenti reali decennali italiani sono passati da un massimo del 2,3% a marzo a soli 35 punti base - un tasso che è comunque ancora consistente rispetto al -1% di Stati Uniti, Germania e Francia, allo zero del Giappone e il quasi -3% in Gran Bretagna.

A meno di una recrudescenza dei timori per una caduta dell'euro, è difficile vedere come i rendimenti reali positivi possano rimanere a lungo ovunque, date le ipotesi aggressive delle banche centrali.

Importanti finanzieri, tra cui George Soros, sostengono che l'Italia potrebbe restare una preoccupazione nel caso in cui la guida politica si spostasse a favore di una destra anti-Ue.

Ma in un'intervista della scorsa settimana Soros ha anche detto: "Non posso immaginare un'Unione europea senza l'Italia".

(Tradotto da Redazione Roma)

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