ROMA (Reuters) - La Corte d'Appello di Taranto ha annullato la sentenza del 2021 che condannava 37 persone e tre aziende per l'inquinamento legato all'ex acciaieria Ilva e ha ordinato un nuovo processo.
Lo hanno scritto l'agenzia di stampa Ansa e altri media italiani.
L'ex Ilva, un tempo il maggior produttore di acciaio in Europa, è da più di 10 anni coinvolta in procedimenti giudiziari per le accuse che le sue emissioni tossiche abbiano causato un aumento dei casi di cancro nella città di Taranto.
La sentenza è un duro colpo per la procura e per i querelanti nel caso, in quanto l'avvio di un processo di primo grado da zero aumenta la probabilità che almeno alcune accuse possano essere ritirate a causa della prescrizione.
La Corte d'Appello di Taranto ha accettato le argomentazioni della difesa secondo cui il processo doveva essere spostato in un'altra città, poiché i giudici e i membri della giuria non potevano essere imparziali, essendo anch'essi "parti offese" nel presunto disastro ambientale, ha scritto Ansa.
Tra i condannati di tre anni fa ci sono gli ex proprietari dell'Ilva, i fratelli Fabio e Nicola Riva, con rispettivamente a 22 e 20 anni di carcere, e l'ex capo della Regione Puglia, Nichi Vendola, a cui è stata inflitta una pena di tre anni e mezzo.
Il destino delle Acciaierie d'Italia (Adi) è uno dei problemi principali per la premier Giorgia Meloni, in quanto il governo sta cercando un partner industriale per rilanciare il gruppo.
Sei operatori internazionali e nazionali, tra cui l'indiana Vulcan Green Steel e l'ucraina Metinvest , hanno espresso un interesse iniziale a rilevare le acciaierie, che ora sono in amministrazione straordinaria controllata dal governo.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Gianluca Semeraro)