Investing.com - Fiat sbatte contro il ‘muro’ del governo francese, il quale aveva chiesto di posticipare il voto del cda di Renault al lavoro sulla proposta. “Non ci sono in Francia le condizioni politiche perchè una simile fusione proceda con successo”, erano state la parole del comunicato stampa Fca diffuso nella notte.
La decisione aveva provocato una prima sbandata in borsa del titolo Fiat Chrysler Automobiles (MI:FCHA), poi recuperata sulla scia del buon andamento del Ftse Mib. Renault (PA:RENA), invece, resta in netto calo a metà seduta con una flessione superiore al 6%.
"È ovviamente inevitabile una reazione negativa del titolo, dato che l’aggregazione (anche peggiorando i termini proposti) avrebbe avuto ricadute positive altrimenti impensabili", dichiarano gli analisti di Equita.
"Nessuna fonte di stampa ipotizza soluzioni alternative; riteniamo improbabile che possa proporsi Psa in quanto lo scoglio politico francese si ripresenterebbe. Hyundai e GM restano sullo sfondo. Se qualcuno è interessato riteniamo che possa manifestarsi in tempi brevi".
L’operazione era considerata fondamentale per il gruppo italo-statunitense. “La fusione con Renault rappresentava un catalyst rilevante per Fca” scrive in un report Mediobanca (MI:MDBI) Securities, “dando alla società l'opportunità di accelerare il processo di elettrificazione della sua flotta e aumentare la penetrazione nei mercati APAC, presumendo che anche Nissan partecipi l'affare".
A ‘caldo’, però, le prospettive rimangono nebulose per Fiat. "Ad oggi, non vediamo alcun catalyst materiale per giustificare un re-rating dell'azione", afferma Mediobanca che ha tagliato la raccomandazione su Fca a neutral da outperform, con target a 13,7 euro.
Gli analisti di Mediobanca tornao di fatto alla situazione di dieci giorni fa: dopo l'annuncio della proposta di fusione aveva infatti aggiornato il rating sul gruppo dell'auto italo-Usa a outperform da neutral, aumentando il target a 17,5 da 13,7 euro per tener conto delle sinergie derivanti dalla fusione.