Di Peter Nurse
Investing.com - L’apertura dei mercati azionari statunitensi è vista al ribasso questo venerdì, aggiungendo ulteriori perdite al primo semestre più debole degli ultimi 50 anni, con gli investitori preoccupati per un’inflazione alle stelle e l’inasprimento della politica monetaria.
Alle 13:00 CEST, il contratto dei future Dow scende di 80 punti, dello 0,3%, i future S&P 500 vanno giù di 12 punti, o dello 0,3% ed i future Nasdaq 100 sono in calo di 60 punti, o dello 0,5%.
I principali indici a Wall Street hanno chiuso in discesa, con l’S&P 500 che ha chiuso il primo semestre ad oltre -20%, il calo maggiore dal 1970, con -16% nel secondo trimestre.
Il blue-chip Dow Jones Industrial Average ha chiuso il trimestre a -11% ed il semestre a -15%, mentre il Nasdaq Composite è crollato di oltre il 22% sul trimestre e del 30% sull’anno in corso.
La Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base a giugno e il Presidente Jerome Powell ha ribadito che la banca è determinata ad inasprire la politica monetaria per far scendere l’inflazione.
Il rischio di un altro sell-off azionario è ancora alto, secondo Goldman Sachs.
L’impennata dell’inflazione non è un problema solo negli Stati Uniti: i prezzi al consumo della zona euro sono saliti ad un nuovo record a giugno, arrivando all’8,6%.
Nel corso della giornata è atteso l’indice PMI manifatturiero dell’ISM USA relativo al mese di giugno, che dovrebbe essere sceso a 54,9.
Intanto, Micron (NASDAQ:MU) sarà al centro della scena dopo aver dato previsioni deboli sull’intero anno fiscale, suggerendo che scorte in eccesso ed un rallentamento della spesa sull’elettronica di consumo peseranno sulla domanda.
Kohl’s (NYSE:KSS) avrebbe annullato le trattative per la vendita al proprietario di Vitamin Shoppe, Franchise Group (NASDAQ:FRG).
I prezzi del petrolio sono in ripresa questo venerdì, nei dubbi circa la probabilità di un imminente ritorno del petrolio iraniano sul mercato.
Tuttavia, il greggio si avvia al suo terzo calo settimanale consecutivo, nei timori per la forza dell’economia USA, il maggiore consumatore petrolifero al mondo, mentre l’Organizzazione dei Paesi produttori di petrolio ed i suoi alleati aumenteranno la produzione di 648.000 barili al giorno a luglio e agosto.
Alle 13:00 CEST, i future del greggio USA balzano del 2,4% a 108,23 dollari al barile, mentre il contratto del Brent va su del 2,5% a 111,77 dollari. Entrambi i contratti hanno perso circa il 3% ieri e si avviano a segnare -2% questa settimana.
Intanto, i future dell’oro sono in calo dell’1% a 1.789,90 dollari l’oncia, mentre la coppia EUR/USD si attesta a 1,0452, giù dello 0,3%.