Di Peter Nurse
Investing.com - I future indicano un avvio in ribasso per i mercati europei questo lunedì appesantiti dal contesto sociale in Cina e dalle vendite sull'azionario locale: FTSE MIB. CAC 40, DAX e FTSE 100 puntano ad un'apertura negativa compresa tra lo 0,4% e lo 0,5%.
Nel fine settimana si sono verificate rare e diffuse manifestazioni in Cina, dove la popolazione si è ribellata alle politiche di tolleranza zero imposti dal governo, confermate dalle autorità dopo che le infezioni hanno raggiunto il quinto record giornaliero.
Come conseguenza, vendite sui titoli cinesi, con l’indice blue-chip Shanghai Shenzhen CSI 300 in calo dell’1,7%, mentre l’indice Shanghai Compositeha perso l’1,2%. I titoli di Hong Kong hanno segnato il calo maggiore, con l’indice Hang Seng giù del 2,1%.
L'ondata di disobbedienza civile deriva dalla frustrazione per questo tipo di risoluzione a quasi tre anni dall'inizio della pandemia, soprattutto perché all'inizio del mese le restrizioni erano diventate meno onerose, facendo sperare in una piena riapertura.
L'economia cinese è la seconda più grande del mondo e un importante mercato di esportazione per le aziende europee, e secondo gli economisti è probabile che queste proteste colpiscano l'attività economica del Paese, già frenata appunto dalle rigide restrizioni alla mobilità.
Lunedì sarà interessante anche il discorso del Presidente della BCE Christine Lagarde al Parlamento europeo, mentre gli investitori guarderanno alla pubblicazione dei dati sull'inflazione dell'Eurozona di mercoledì per capire se l'impennata dei prezzi ha raggiunto il picco anche in Ue come negli Stati Uniti.
L'inflazione nell'Eurozona è salita al 10,6% in ottobre, più di cinque volte l'obiettivo del 2% della Banca Centrale Europea. La BCE ha aumentato i tassi di un livello record di 75 punti base nelle ultime due riunioni, ma ci sono dubbi sul ritmo che verrà deciso nella riunione del 15 dicembre.
Tra le commodity, i prezzi del greggio Brent e WTI sono in ribasso lunedì a seguito del contesto che sta riguardando il principale importatore di greggio al mondo.
Sul fronte dell'offerta, i funzionari del Gruppo dei Sette e dell'Unione Europea non sono riusciti a trovare un accordo sul livello del tetto di prezzo del petrolio russo, dopo che inizialmente si era parlato di un prezzo compreso tra 65 e 70 dollari al barile.
Il tetto al prezzo dovrebbe entrare in vigore il 5 dicembre, quando scatterà il divieto dell'UE sul greggio russo, un giorno dopo la riunione dell'Opec+.