Di Geoffrey Smith
Investing.com - Il mercato azionario britannico FTSE 100 l’ha scampata bella questo mercoledì, con la raffica di dati economici che non hanno alimentato troppo la recente sensazione di un diffuso rallentamento economico.
I dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica britannico hanno mostrato che il prodotto interno lordo ha visto una ripresa dello 0,3% a maggio, dopo il tonfo di aprile. La ripresa è stata dovuta soprattutto al rimbalzo della produzione di auto: le case automobilistiche del paese avevano spostato il loro tradizionale periodo di manutenzione ad aprile per evitare di sovraprodurre in un mese che sarebbe stato il primo dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, secondo i piani originali.
Rob Kent-Smith, che si occupa del PIL per l’ONS, ha sottolineato che la ripresa della produzione di auto è stata solo “parziale”. La produzione manifatturiera è aumentata dell’1,4% a maggio, dopo il crollo del 4,2%.
L’ONS ha reso noto che il PIL potrebbe comunque scendere su base trimestrale, a meno che l’espansione non continui a giugno. I sondaggi di giugno suggeriscono che è poco probabile, considerato che gli indici PMI sia per il settore manufatturiero che per quello edile sono finiti in territorio di contrazione, mentre l’indice PMI sui servizi è rimasto solo per un soffio al di sopra del livello 50 che separa la crescita dalla contrazione.
“C’è stato un rallentamento più a lungo termine nel settore dei servizi, spesso dominante, dall’estate 2018”, sottolinea Kent-Smith.
Il settore dei servizi questa settimana è stato colpito dalla notizia della perdita di migliaia di posti di lavoro nelle attività britanniche di Deutsche Bank (DE:DBKGn), uno sviluppo dovuto principalmente a fattori diversi dalla Brexit.
Alle 04:45 ET (08:45), l’indice FTSE 100 scende dello 0,2% così come il FTSE 250. Giù dello 0,2% anche l’indice di riferimento Stoxx 600, con i trader che riducono le posizioni in attesa della testimonianza del presidente della Federal Reserve Jerome Powell alle 10 ET.
Gli economisti sono ancora cauti sulle prospettive per il Regno Unito per i prossimi sei mesi.
“(Un’eventuale) crescita proseguirà in modo altalenante nel resto dell’anno, con le scorte che probabilmente verranno aumentate di nuovo in vista della possibile uscita senza accordo dall’UE il 31 ottobre, prima di una distensione dovuta all’eventualità che la scadenza venga rinviata ancora”, scrive su Twitter il capo economista internazionale di ING James Knightley. “Brutte notizie per la fiducia delle imprese (e) dei consumatori”.
In un dibattito televisivo ieri sera, i due candidati più probabili al ruolo di Primo Ministro britannico si sono entrambi detti “fiduciosi” di uscire dall’UE il 31 ottobre, sebbene il favorito dai bookmaker, Boris Johnson, che ha mostrato una linea più dura sulla Brexit rispetto al rivale Jeremy Hunt, si sia rifiutato categoricamente di dire se si dimetterà da Primo Ministro nel caso ciò non dovesse avvenire, riservandosi implicitamente un certo margine d’azione per posporre di nuovo la Brexit.