LONDRA (Reuters) - Il Brent è tornato sopra i 100 dollari al barile, dopo che l'Arabia Saudita ha suggerito questa settimana che l'Opec potrebbe prendere in considerazione un taglio della produzione per rispondere alla scarsa liquidità del mercato dei futures del greggio e ai timori di una recessione economica globale.
Alle 11,30 il Brent è ai massimi di tre settimane, con un rialzo dello 0,97%, a 101,22 dollari al barile. Il greggio statunitense guadagna l'1,02%, a 94,69 dollari al barile.
Entrambi i contratti hanno registrato dei rialzi nella giornata di ieri, dopo che il ministro dell'Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha ventilato la possibilità di un taglio della produzione alla luce della scarsa liquidità del mercato dei futures e dei timori per la situazione macroeconomica.
Fonti interne all'Opec hanno poi detto a Reuters che eventuali tagli da parte dell'Opec+ coincideranno probabilmente con un ritorno del petrolio iraniano nel caso in cui venisse raggiunta un'intesa per far ripartire l'accordo sul nucleare iraniano.
Secondo le fonti, l'Opec+ sta già producendo 2,9 milioni di barili al giorno in meno rispetto al suo obiettivo, il che complica qualsiasi decisione sui tagli o su come calcolare la base per una riduzione della produzione.
"Il prezzo del petrolio e le prospettive dell'offerta suggeriscono che un taglio dell'Opec+ non è attualmente giustificato", ha detto Stephen Brennock, analista di Pvm, illustrando le possibili minacce all'offerta che sostengono il mercato.
Le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di circa 5,6 milioni di barili nella settimana conclusasi il 19 agosto, secondo fonti di mercato che citano i dati dell'American petroleum institute. Gli analisti intervistati da Reuters avevano stimato un calo di 900.000 barili.
I dati del governo statunitense sono previsti per oggi pomeriggio [EIA/S]
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Andrea Mandalà)