Investing.com - I titoli giapponesi sono tornati verso i massimi di 33 anni venerdì, superando i loro omologhi asiatici grazie a un maggiore ottimismo per i titoli del settore dei chip, mentre i mercati cinesi sono rimasti indietro a causa della preoccupazione degli investitori per il rallentamento della crescita economica e il peggioramento dei legami con gli Stati Uniti.
Anche i titoli asiatici più ampi sono scesi in attesa di ulteriori indicazioni sul tetto del debito statunitense e su un potenziale default.
L’indice Nikkei 225 è salito dello 0,6% ed è stato scambiato appena al di sotto dei massimi di 33 anni toccati all’inizio della settimana, dopo che i guadagni positivi del produttore di chip statunitense NVIDIA Corporation (NASDAQ:NVDA) hanno fatto salire i titoli locali esposti all’azienda. Nvidia ha dichiarato che il crescente interesse per l’intelligenza artificiale alimenterà la domanda di chip quest’anno.
L’indice più ampio TOPIX ha guadagnato lo 0,2%, tornando anch’esso verso i massimi di 33 anni.
Il produttore di apparecchiature per il test dei semiconduttori Advantest Corp. (TYO:6857) è balzato del 5,1% a un livello record, mentre i produttori di chip Tokyo Electron Ltd. (TYO:8035) and Dainippon Screen Mfg. Co., Ltd. (TYO:7735) sono saliti rispettivamente del 6% e del 9%.
I titoli giapponesi hanno beneficiato anche di un dato più debole del previsto sull’inflazione di Tokyo, che potrebbe preannunciare un’ulteriore debolezza dell’inflazione nazionale e mantenere la Banca del Giappone su posizioni caute.
L’ottimismo nei confronti di Nvidia si è riversato anche sugli altri indici dei chip. L’indice Taiwan Weighted è salito dell’1,2%, sostenuto dai guadagni di TSMC (TW:2330), mentre il sudcoreano KOSPI è salito dello 0,2% grazie alla forza di Samsung Electronics Co Ltd (KS:005930) e SK Hynix Inc (KS:000660).
D’altro canto, gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono scesi rispettivamente dello 0,4% e dello 0,1%. I due indici erano destinati a perdere quasi il 3% questa settimana, a causa delle preoccupazioni per il peggioramento dei legami tra Washington e Pechino, che hanno influito negativamente sul sentiment dei mercati cinesi.
Il divieto della Cina alle vendite locali del produttore di chip statunitense Micron Technology Inc (NASDAQ:MU) questa settimana ha fatto aumentare i timori di una nuova guerra commerciale tra i due Paesi, anche se i funzionari statunitensi hanno affermato che la mossa non ha “silurato” le relazioni.
L’aumento dei casi di COVID-19 e il rallentamento della crescita economica hanno mantenuto gli investitori cauti nei confronti della Cina, con un nuovo focolaio che dovrebbe raggiungere il picco alla fine di giugno. I deboli indicatori economici di aprile hanno mostrato che la crescita del Paese sta rallentando nonostante l’abolizione delle misure anti-COVID all’inizio dell’anno.
I mercati asiatici in generale restano sottotono, poiché l’attenzione è rimasta concentrata sui negoziati per l’innalzamento del tetto del debito degli Stati Uniti e per evitare un default. Le trattative sono in corso in vista della scadenza del 1° giugno per il default degli Stati Uniti, anche se i legislatori non hanno fornito indicazioni sull’imminenza di un accordo.
Un default potrebbe causare una recessione negli Stati Uniti e avere conseguenze disastrose per l’economia globale. Questo, insieme alla recessione in Germania, ha limitato l’appeal per i titoli a rischio.
L’indice australiano ASX 200 è rimasto invariato, mentre il Philippine shares ha guidato le perdite nel sud-est asiatico con un calo dello 0,8%.