Investing.com - Tutto rimandato a novembre. Moody's ha infatti deciso di non aggiornare il rating sovrano dell'Italia posticipando la decisione al prossimo inverno.
L'agenzia di rating ha quindi confermato per il momento il profilo di credito di Roma, declassato a Baa3 con outlook negativo a seguito della crisi che ha portato alle dimissioni del governo Draghi per via dell'incertezza sul percorso economico dell'esecutivo attuale.
L'Italia è l'unico Paese europeo che nella scala di Moody's rischia ancora di perdere l'investment grade, mentre Fitch e Standard&Poor's hanno collocato il profilo di credito italiano a BBB, due livelli al di sopra il junk, con outlook stabile, rivedendo al rialzo le stime sul Pil.
La bocciatura, e quindi il passaggio al livello di spazzatura, avrebbe portato ad una riconsiderazione del debito italiano da parte delle istituzioni finanziarie, a partire dalla Bce che avrebbe dovuto riformulare lo scuso anti-spread approvato lo scorso anno e creare una formula ad hoc così come fatto con il debito greco.
Da Moody's non erano previsti declassamenti, se non la possibilità di un "credit watch negativo" che comunque non avrebbe fatto bene ai conti italiani per via delle conseguenze sui costi di finanziamento e sulla stabilità dei conti pubblici.
Contemporaneamente, l'agenzia ha alzato da stabile a positivo l’outlook del Portogallo, confermando il rating a Baa2.
Dopo il rinvio di Moody's, il Btp a 10 anni rende sul secondario meno del 4,3% con spread sotto i 183 punti base.