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Perché gli investitori non devono preoccuparsi del secondo processo antitrust di Google

Pubblicato 03.09.2024, 15:08
Aggiornato 03.09.2024, 15:11
© Reuters.
GOOGL
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Il secondo processo antitrust di Google (NASDAQ:GOOGL) è previsto per la prossima settimana presso un tribunale distrettuale della Virginia. A differenza del processo in corso sul motore di ricerca, gli analisti di Barclays ritengono che gli investitori non debbano essere eccessivamente preoccupati per questo, a parte i potenziali rischi legati ai titoli dei giornali.

Il motivo è che l'intero stack tecnologico pubblicitario di Google rappresenta meno del 5% del profitto lordo dell'azienda, con l'area specifica sotto esame che rappresenta solo circa l'1% del profitto lordo. Il processo è previsto per questo autunno, con una decisione attesa all'inizio del 2025 e eventuali rimedi a seguire.

Gli analisti di Barclays ipotizzano che Google potrebbe essere obbligata a "disaggregare alcune funzionalità chiave del suo business di ad tech, in particolare l'indirizzamento delle impressioni tramite il suo ad server per editori verso il suo ad exchange (e lontano dai concorrenti)."

"L'eliminazione di questo bundle avrebbe un impatto minore sul fatturato complessivo," hanno aggiunto.

Inoltre, le pratiche di raccolta dati, in particolare quelle relative al Project Narnia-2, potrebbero presentare una piccola sfida. Nel 2016, Google ha consolidato i profili degli utenti in un'unica entità per scopi di targeting. Invertire questo processo potrebbe avere un effetto minore sui ricavi di YouTube e, in misura minore, sui ricavi di Search in futuro.

Il mese scorso, un giudice federale ha stabilito che Google ha violato la legge antitrust statunitense mantenendo un controllo monopolistico nei mercati della ricerca e della pubblicità.

"Dopo aver attentamente considerato e valutato le testimonianze dei testimoni e le prove, il tribunale giunge alla seguente conclusione: Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio," ha dichiarato il giudice Amit Mehta nella sua sentenza.

Questa decisione ha segnato una vittoria significativa per il Department of Justice (DOJ), anche se il giudice non ha sostenuto tutte le argomentazioni del governo.

Pur respingendo l'affermazione che Google detenga un potere monopolistico in un segmento specifico del mercato pubblicitario, ha concordato con il governo sul fatto che Google monopolizzi i "servizi di ricerca generale" e la "pubblicità testuale di ricerca generale".


Questo articolo è stato generato e tradotto con il supporto dell'IA e revisionato da un redattore. Per maggiori informazioni, consulta i nostri Termini e Condizioni.

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