Di Alessandro Albano
Investing.com - Sentiment negativo in arrivo dalla Cina, con i principali listini asiatici appesantiti dalla stretta di Pechino sul tech e dalla situazione a Taiwan, mentre i verbali della Fed restano ancora un boccone amaro da digerire per i mercati, soprattutto europei.
Verso le 08:45 CEST, i futures indicano un calo di 70 punti per il Dax, -10 punti per e Cac e Mib con un rosso di 5 punti previsto in avvio per il pan-europeo Stoxx50.
Profondo rosso sui listini dell'Asia/Pacifico, con Nikkei 225 che chiude in calo dell'1% a 27.013 punti, Hang Seng che sta perdendo l'1,8% e Shanghai che segna il -1,4% in vista della chiusura sul nuovo giro di vite di Pechino. Hong Kong scambia sui minimi degli ultimi 10 mesi, e sta perdendo il 5% nell'ultima ottava.
Nella notte europea, le autorità cinesi hanno approvato un'importante legge sulla protezione dei dati, sulla falsariga del regolamento europeo sulla protezione dei dati, l'ultima di una serie di regolamentazioni dirette ai giganti della tecnologia del paese.
Proccupa, inoltre, la situazione a Taiwan dopo quanto avvenuto a Afghanistan. Secondo il quotidiano filo-governativo cinese Global Times, le autorità di Taiwan dovrebbero non dovrebbero dipendere dagli Stati Uniti dopo la caduta di Kabul, con l'opposizione filo cinese di Taipei che ha sollevato dubbi circa la capacità di Washington di difendere il Paese.
La minaccia del tapering, che secondo le ultime minute avverrà entro la fine, del 2021, non ha colpito i listini Usa come da previsioni. Il Dow ha chiuso giovedì in ribasso dello 0,2%, mentre S&P 500 e Nasdaq hanno raccolto entrambi il +0,1%.
Fronte greggio, i prezzi del petrolio sono in aumento rimbalzando dai minimi di tre mesi, ma sono ancora in direzione di importanti pesanti perdite settimanali a seguito delle preoccupazioni sulla crescita della domanda globale, dovute all'aumento dei casi Covid in tutto il mondo, e dalla prospettiva di una riduzione degli stimoli monetari targati Fed.
I USA i future sul greggio sonoi in rialzo dello 0,5% a $63,84 per barile, mentre il Brent segna il + 0,4% a $66,72 dollari. Entrambi i contratti sono in corso per cedere circa il 6% su base settimanale.