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S&P 500 in salita, si allentano le tensioni Russia-Ucraina

Pubblicato 15.02.2022, 22:22
Aggiornato 15.02.2022, 22:10

Di Yasin Ebrahim

Investing.com – L’S&P 500 è salito martedì, grazie ai segnali di allentamento delle tensioni tra Russia e Ucraina che hanno spinto gli investitori ad acquistare dopo il recente calo dei titoli, con i tech in testa.

L’indice S&P 500 è salito dell’1,6%, il Dow Jones Industrial Average è salito dell’1,2%, o di 422 punti, il Nasdaq Composite è in salita del 2,8%.

Il Presidente Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia “certamente” non stava cercando di andare in guerra con l’Ucraina ed ha indicato le proposte di Mosca come una base per trovare una soluzione ad un risoluzione della crisi Ucraina.

Putin ha chiesto agli USA e ai suoi alleati di garantire che l’Ucraina non entrerà a far parte della NATO, cosa che la Russia vedrebbe come una minaccia.

Il Presidente Biden, tuttavia, ha dichiarato che un attacco russo contro l’Ucraina è ancora una possibilità ed ha ribadito che né gli USA né la NATO rappresentano una minaccia per la Russia.

Il calo delle tensioni tra Russia e Ucraina hanno fatto risalire la propensione al rischio, in particolare per il settore tech e più specificatamente per i titoli delle aziende produttrici di chip.

L’ iShares Semiconductor ETF (NASDAQ:SOXX) è schizzato più del 5%, trainato dall’impennata del 9% di NVIDIA (NASDAQ:NVDA) in vista dei risultati trimestrali di mercoledì.

I big tech tra cui Apple (NASDAQ:AAPL), Amazon (NASDAQ:AMZN), Microsoft (NASDAQ:MSFT), Alphabet (NASDAQ:GOOGL) e Meta Platforms (NASDAQ:FB) sono in salita.

I prezzi degli energetici hanno chiuso in rosso, dopo il crollo dei prezzi del petrolio che ha fatto seguito al ridimensionarsi delle tensioni geopolitiche.

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Occidental Petroleum (NYSE:OXY), Marathon Oil (NYSE:MRO) e Diamondback Energy  (NASDAQ:FANG) hanno segnato i maggiori cali.

L’indice dei prezzi alla produzione è salito dell’1,0% a gennaio, dopo il rialzo dello 0,3% a dicembre. Su base annua i prezzi alla produzione sono saliti del 9,7% a gennaio, l’aumento maggiore dal 2010.

Il report sull’inflazione arriva un giorno prima del rilascio dei verbali del vertice di gennaio della Fed.

Le probabilità di un aumento dei tassi del 50% durante il prossimo vertice della Fed sono al 61% contro il 27,9% della settimana scorsa secondo il Fed Rate Monitor Tool di Investing.com.

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