OraFinanza - Mini proroga richiesta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in coppia con Retelit per presentare l’offerta vincolante da proporre a Telecom Italia (BIT:TLIT) per il 100% della sua controllata TI Sparkle. Il Mef e Retelit hanno comunicato ieri all’ex monopolista che saranno in grado di completare le attività necessarie a presentare un’offerta entro il prossimo 18 dicembre, ovvero due giorni dopo la scadenza fissata di comune accordo.
Lo scorso 4 ottobre per la società dei cavi sottomarini si era fatto avanti il Mef, che l’aveva opzionata da tempo, insieme alla sua controllata italiana Retelit e non con il fondo di private equity spagnolo Asterion, ipotesi emersa nei giorni successivi.
A Piazza Affari, intanto, il titolo Tim è al novo rialzo consecutivo questa mattina, toccando un massimo di 0,2595 euro per azione grazie ad un +2% ottenuto nella prima ora di scambi, sovraperformando così il FTSE MIB (+0,20%).
Il 31 gennaio scorso il Mef aveva presentato un’offerta per Sparkle, ipotizzata dai media in 750 milioni di euro, di cui 625 milioni subito e 125 milioni di earn out, erogabili al verificarsi di determinati condizioni che, secondo le voci, non fossero proprio facilmente realizzabili.
Nell’annuncio dello stesso Tesoro risalente a inizio ottobre si leggeva che “la proposta esclusiva di acquisto è pari a 700 milioni totali ed è valida fino al 15 ottobre 2025”. Data poi spostata al 30 novembre dal cda di Tim per ricevere un’offerta vincolante dal Mef e da Retelit, poi ancora prorogata appunto al 16 dicembre, prima del nuovo rinvio comunicato ieri.
Gli analisti di WebSim Intermonte (giudizio ‘molto interessante’ su Tim, con target price a 0,38 euro) non escludono “che l’attuale offerta non vincolante da 700 milioni possa essere migliorata, valutando l’asset 735 milioni nella nostra Sum of Parts”.
Secondo la sim, “la cessione consentirebbe alla ServCo di incassare ulteriori risorse finanziare da destinare al suo piano di rilancio e abbattere il debito (stimiamo una riduzione della leva di 0,1 volte l’EBITDAaL) senza compromettere il profilo di generazione di cassa (Sparkle non destinata a generare cassa in arco piano)”.
Nei calcoli di WebSim “l’operazione non genererebbe plusvalenze: l’EV di 0,7 miliardi si confronta infatti con un valore di carico di 480 milioni iscritto nel bilancio di Tim, a cui vanno aggiunti circa 0,2 -0,3 miliardi di debito”.
“Malgrado le recenti indicazioni di stampa (closing entro prima metà 2025), riteniamo che i tempi per il closing dell’operazione potrebbero essere particolarmente lunghi, dal momento che sarà necessario attendere i via libera regolatori nei 33 paesi in cui Sparkle opera”, proseguono gli esperti, calcolando che “ai prezzi correnti, escludendo Sparkle (EV di 0,7 miliardi) e la partecipazione in INWIT (0,25 miliardi, closing già avvenuto), la ServCo di gruppo tratterebbe a 3,8 volte l’EV/EBITDAaL’2 5E (settore a 5,7 volte)”.
“Riteniamo che il game changer di breve termine per il pagamento dei dividendi arretrati sulle azioni di risparmio (molto probabilmente nel 2026) potrebbe essere la contabilizzazione del credito finanziario da 1 miliardo legato al canone 1998 (a cui assegniamo una probabilità del 75% nella nostra Sum of Parts) tramite una sopravvenienza attiva che potrebbe contribuire a riportare in utile il bilancio della capogruppo dal prossimo anno”, concludono da WebSim.