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Tim, scontro in cda su svalutazioni, Vivendi non esclude convocazione soci

Pubblicato 09.11.2018, 18:47
Aggiornato 09.11.2018, 18:50
© Reuters. Tim, scontro in cda su svalutazioni, Vivendi non esclude convocazione soci
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MILANO (Reuters) - I risultati trimestrali di Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) sono una nuova occasione per mettere il ceo, Amos Genish, sotto pressione da parte della maggioranza del consiglio espressa dal fondo attivista Elliott e per riaccendere la polemica con il primo azionista Vivendi (PA:VIV).

Al momento però il ceo, espressione del socio francese, non sembra dare segni di cedimento. Nella call con gli analisti si dice infatti fiducioso del fatto che tutti gli azionisti e i consiglieri sosteranno un miglioramento della governance.

Il gruppo nel cda di ieri ha deciso di svalutare l'avviamento di 2 miliardi, un'operazione fatta l'ultima volta nel 2013 che aggiorna il valore della divisione Core Domestic alle mutazioni del mercato.

Genish spiega che i 2 miliardi corrispondono al 3,8% del 'total asset base' del gruppo e che la svalutazione è un effetto del contesto competitivo più difficile, di alcune decisioni regolatorie e dell'aumento dei tassi.

Ma al di là dei fattori tecnici, ieri si è consumata una nuova rottura tra le due parti del consiglio.

Un portavoce di Vivendi oggi fa capire che la sollecitazione a svalutare è arrivata dai consiglieri di Elliott, definisce "scioccante" la decisione e precisa che i rappresentanti di Vivendi, 5 su un totale di 15, hanno votato contro.

Secondo una fonte vicina alla vicenda, Genish si è astenuto.

La mossa non avrà impatti concreti sulla gestione della società, in quanto non incide sulla parte operativa e gli azionisti di risparmio avranno la cedola.

Per i soci ordinari il dividendo non è previsto. Il piano dice che verrà distribuito con il rating a livello investment grade e ora Tim è un notch sotto.

Il cfo Piergiorgio Peluso, nella call con gli analisti, si limita a dire che l'outlook è stabile, quindi non sono previsti miglioramenti a breve.

Di sicuro il consiglio di ieri e la reazione del portavoce di Vivendi mostrano al mercato come l'offensiva dei consiglieri nominati nella lista presentata da Elliott non sia terminata.

Un altro elemento che potrebbe riaccendere i contrasti è la revisione del piano strategico, anche in virtù dell'esito ben più dispendioso delle previsioni dell'asta del 5G, ma su questa materia è tutto rinviato ai primi mesi del prossimo anno.

Vivendi, tramite il portavoce, fa sapere che farà tutto quanto necessario per tutelare i suoi interessi, inclusa la convocazione di un'assemblea, ipotesi già ventilata mesi fa.

In quella occasione potrebbe chiedere l'integrazione del consiglio con qualche rappresentante in più di nomina Vivendi quasi equilibrando i numeri. Lo statuto prevede che il cda Tim abbia non più di 19 membri, quindi se ci fosse un'integrazione sarebbero 10 Elliott e 9 Vivendi.

I risultati diffusi ieri sera sono giudicati solidi in termini operativi, ma il titolo perde il 6% nel pomeriggio per la svalutazione e dopo che non è stato confermato il target sul debito.

Peluso dice che il debito si riduce, ma anche l'Ebitda quindi il ratio cala, ma dovrebbe essere in linea con quello dello scorso anno.

Il ceo continua a manifestare la sua disponibilità a collaborare con Open Fiber, controllata da Cassa Depositi e Prestiti e da Enel (MI:ENEI), confermando indirettamente le trattative per una condivisione della rete.

Siamo ancora a un possibile accordo commerciale e un'eventuale intesa per realizzare una rete unica nazionale con i due operatori e con altri rimane solo un'idea.

Sulla separazione legale della rete Telecom Italia, Genish dice "che il piano è più importante di prima", riconosce che ci sono dei rallentamenti e assicura che i colloqui con l'autorità sul tema sono costanti.

© Reuters. Tim, scontro in cda su svalutazioni, Vivendi non esclude convocazione soci

(Stefano Rebaudo e Agnieszka Flak)

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