Di Alessandro Albano
Investing.com - La seduta di giovedì di Wall Street ha dato il via al rally odierno delle Borse europee ed asiatiche dopo diverse sessioni ribassiste, con STOXX 600 in rialzo dell'1% e Nikkei che ha guadagnato il 3,3%. Ma che cos'ha innescato la virata degli indici Usa durante il trading?
Con lo S&P 500 che ha registrato il +2,6% dopo aver recuperato un ribasso del 2,4%, sono diverse le spiegazioni che arrivano dagli analisti. Inizialmente, la lettura dell'inflazione core, ai massimi da 40 anni, ha innescato forti vendite sui futures, seguite da un incredibile rimbalzo che ha visto gli indici statunitensi recuperare oltre il 5% dai minimi.
Secondo Bloomberg, che raccoglie questo tipo di dati dal 1990, mai prima d'ora il mercato aveva registrato valori così estremi in entrambe le direzioni in un solo giorno di negoziazioni.
Il recupero del Dow Jones, che ieri ha guadagnato oltre 800 punti, ha coinciso con un test dei minimi di fine settembre, mentre per l'S&P 500 il minimo era a circa il 20% dal picco osservato durante l'estate, per cui il movimento potrebbe aver avuto un'enorme componente tecnica, almeno inizialmente.
"Quello che è seguito è stato straordinario e potrebbe essere stato esacerbato da una copertura di posizioni short, forse anche da un po' di panico", commenta Craig Erlam, senior analyst di Oanda.
Alcuni motivano il rally con il supporto dei grafici giornalieri o le coperture degli option trader che hanno avuto bisogno di liquidare le posizioni corte quando gli investitori hanno cominciato ad fare profit taking dalle opzioni put durante il precedente selloff.
Altri, invece, sostengono aspettative positive per l'inizio della della stagione dei risultati. "Si tratta di una combinazione di ricopertura short e vendita di opzioni put", ha dichiarato a Bloomberg Danny Kirsch, head of options presso Piper Sandler & Co. "È un evento molto ben coperto. Il trading è come un evento passato, vendi le tue coperture, contribuendo al rally del mercato".
Il rimbalzo potrebbe indicare che il mercato ha stabilito un bottom per ora, ma - spiega l'analista di Oanda- "data l'entità dei ribassi dal picco di agosto, questo non significa necessariamente che il peggio sia improvvisamente alle spalle".
"Non quando l'inflazione è così ostinata, il mercato del lavoro così rigido e la Fed così intenzionata a procedere a rialzi più aggressivi", aggiunge.
Le prossime settimane, quindi, potrebbero essere una questione di come gli investitori si sono posizionati e come risponderanno alla stagione degli utili, che prende il via oggi con gli aggiornamenti trimestrali di JPMorgan (NYSE:JPM), Citigroup Inc (NYSE:C) e Morgan Stanley (NYSE:MS).
"Non c'è bisogno di dire che ci avviciniamo a questa stagione con aspettative molto basse sia per quanto riguarda i risultati positivi e negativi che per quanto riguarda le prospettive. Si tratta solo di capire quanto le aziende saranno pessimiste e quanto gli investitori saranno disposti a chiudere un occhio", sottolinea Erlam.
Secondo il broker londinese, "tutto dipende da quanto in basso viene posta l'asticella e, vista la performance dei mercati azionari statunitensi negli ultimi tempi, mi aspetto che non ci sia molta luce sotto".