Marko Papic di BCA Research prevede che il Presidente Trump raggiungerà un accordo commerciale con la Cina, contrastando le diffuse preoccupazioni su una potenziale "frenesia tariffaria".
Nonostante le precedenti minacce di Trump di imporre dazi fino al 60% sui beni cinesi, Papic considera queste minacce come una mossa strategica progettata per incoraggiare le aziende cinesi a spostare la produzione negli Stati Uniti, piuttosto che un vero e proprio piano politico.
La previsione di Papic arriva in mezzo a notizie secondo cui Trump intende implementare un ulteriore dazio del 10% sulle importazioni cinesi al suo ritorno in carica. Queste notizie hanno portato a speculazioni su una riacutizzazione delle tensioni commerciali globali. Tuttavia, Papic suggerisce che la percezione della minaccia di una guerra commerciale con la Cina sia esagerata.
Indicando la posizione dell'attuale amministrazione sul commercio, che include l'imposizione di dazi del 100% su alcune importazioni di veicoli elettrici e la revoca delle licenze per aziende come Huawei, Papic sostiene che la guerra commerciale non sia una possibilità futura ma una realtà in corso. Egli ritiene che le sfide economiche in Cina aumentino la probabilità di un imminente accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina.
La dichiarazione di Papic sottolinea che la retorica aggressiva di Trump sui dazi è coerente con le sue promesse di campagna "America First" ed è volta a influenzare le aziende cinesi a trasferirsi negli Stati Uniti. Secondo Papic, la strategia di Trump si basa sullo sfruttamento delle vulnerabilità economiche della Cina per raggiungere un accordo commerciale che potrebbe includere condizioni favorevoli agli Stati Uniti.
In sintesi, Papic afferma che i timori di un'imminente guerra commerciale con la Cina sono infondati e che un accordo commerciale è più probabile di quanto molti si aspettino. Suggerisce che le minacce tariffarie di Trump facciano parte di una più ampia tattica di negoziazione piuttosto che di una politica commerciale definitiva.
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