Versione originale di David Wagner - traduzione a cura di Investing.com
Investing.com - Uber (NYSE:UBER), leader mondiale nei servizi VTC, ha depositato ieri presso la SEC statunitense i dettagli sull’offerta pubbca (IPO), rivelando le cifre chiave per il proprio business.
Va notato fin dall'inizio che il documento conferma che questa sarà probabilmente la più grande IPO dell'anno e una delle 10 più grandi nella storia.
1. Valore: 100 miliardi di dollari
Questo livello di valutazione può sembrare leggermente deludente, in quanto molti analisti hanno considerato una valutazione di 120 miliardi di dollari, o il 20% in più. L'esperienza di Lyft (NASDAQ:LYFT), un concorrente molto più piccolo che è stata quotata qualche settimana fa, ha probabilmente raffreddato le ambizioni dell'azienda.
L’esordio a Wall Street di Lyft è stato piuttosto deludente, in quanto il titolo è sceso dopo un timido rialzo, chiudendo ieri sera a 61 dollari, più del 15% al di sotto del prezzo di 72 dollari dell’IPO.
Ma anche se la valutazione di Uber è inferiore al previsto, la cifra rimane enorme. A titolo di confronto, va ricordato che l'IPO di Facebook (NASDAQ:FB) nel 2012 ha valutato l'azienda a 104 miliardi di dollari. Google (NASDAQ:GOOGL) nel 2013 ha avuto una valutazione di "soli" 23 miliardi di dollari quando è diventato pubblico nel 2004.
2. Fatturato: 11,3 miliardi di dollari
Il documento di offerta pubblica iniziale presentato ieri da Uber mostra un fatturato di 11,3 miliardi di dollari per l'intero 2018, in crescita del 43% rispetto al 2017.
Tuttavia, i dettagli suggeriscono che la crescita rallenterà alla fine del 2018. Per porre rimedio a questa situazione, la società dichiara la sua intenzione di sviluppare mezzi autonomi, droni di consegna e veicoli volanti, aree il cui potenziale di mercato rimangono per il momento incerti.
Uber ne riconosce i rischi, sottolineando: "se non riuscissimo a commercializzare con successo la tecnologia dei veicoli autonomi, o non prima dei nostri concorrenti, ciò avrebbe un impatto negativo sui nostri risultati finanziari. »
In sintesi, la crescita nel 2018 è stata solida, ma tende a rallentare, e le nuove fonti di crescita su cui l'azienda vuole puntare sembrano comportare molti rischi.
3. Perdite: 1,8 miliardi di dollari
Da un punto di vista puramente contabile, l'anno scorso Uber ha registrato un utile di 997 milioni di dollari. Tale andamento positivo è dovuto esclusivamente alla cessione delle attività della società in Russia e nel Sud-Est asiatico.
Considerando solo l'attività, la società ha registrato una perdita operativa di 1,8 miliardi di dollari, ma la redditività è in crescita, poiché questa perdita rappresenta solo la metà delle perdite registrate nell'anno precedente.
Dopo tutto, Wall Street ha spesso dimostrato che attribuisce poca importanza al fatto che alcune aziende tecnologiche non sono redditizie, a condizione che mostrino una forte crescita e progetti ambiziosi.
4. Numero di utenti mensili: 91 milioni di utenti: 91 milioni
Per le aziende tecnologiche che non sono ancora redditizie, il numero di utenti è probabilmente il fattore più importante. Questa cifra di 91 milioni di clienti mensili include gli utenti che hanno effettuato almeno 1 viaggio via Uber, o hanno effettuato almeno 1 ordine via Uber Eats.
Va notato che l'azienda è stata onesta nel documento di IPO su questo argomento, ammettendo di aver perso "diverse centinaia di migliaia di clienti" durante la campagna DeleteUber nel 2017, dopo che l'azienda è stata accusata di aver cercato di trarre profitto da uno sciopero dei taxi negli Stati Uniti.
5. Fortuna del fondatore: 8,6 miliardi di dollari
Infine, l'offerta pubblica iniziale di Uber permetterà al suo fondatore Travis Kalanick, che possiede ancora l'8,6% del capitale, di mettere in conto una fortuna di 8,6 miliardi di dollari, sufficiente per essere classificato tra le 200 persone più ricche del mondo.
Va ricordato che Travis Kalanick è stato escluso dal management dell'azienda a metà del 2017 dopo diversi scandali legati ad alcune delle sue dichiarazioni d'urto e scappatelle sulla privacy.