MILANO (Reuters) - Dopo mesi di trattative, fortemente osteggiate dai sindacati e numerosi scioperi, Eni (MI:ENI) ha deciso di interrompere il negoziato con il fondo Usa SK Capital per la cessione della quota di maggioranza di Versalis. Pertanto, la società chimica tornerà a essere integralmente consolidata nei conti del gruppo a partire dalla semestrale che sarà approvata a fine luglio
Eni e il fondo americano SK Capital hanno convenuto di porre fine alla trattativa per la cessione di una quota di maggioranza delle azioni di Versalis, avendo constatato l'impossibilità di trovare un accordo su alcuni punti negoziali tra cui, in particolare, la futura governance della società, spiega una nota della major petrolifera.
Eni, pertanto, dalla prossima semestrale tornerà a consolidare integralmente Versalis nei conti di gruppo. La vendita di Versalis rientrava nel piano di dismissioni di 7 miliardi di euro da realizzare nei prossimi anni. In particolare, per la cessione dell'asset l'obiettivo era entro fine anno, come annunciato a Londra lo scorso marzo in occasione della strategy.
Visibilmente soddisfatti i sindacati. Il segretario generale di Fimca-Cisl, Angelo Colombini, dice a Reuters che "si tratta di una vittoria () Sk Capital non era un fondo affidabile sotto l'aspetto industriale e finanziario. Con questa decisione l'AD, Claudio Descalzi, non ha voluto svendere la chimica italiana. Adesso bisogna però, avere la responsabilità di decidere sul futuro degli investimenti: a noi interessa il perimetro industriale e gli investimenti sulla chimica sostenibile, oltre che alla governance".
Gli ingenti investimenti, pari a 1,2 miliardi in parte già stanziati da Eni, sono uno dei motivi principali che hanno spinto l'AD di Eni, Claudio Descalzi, a cercare un partner esterno a cui cedere il 70% del capitale della società chimica.
"Chiederemo nei prossimi giorni un incontro all'azienda per vedere che cosa succede proprio sul fronte degli investimenti per il futuro. E anche il governo deve fare la sua parte", conclude Colombini.
(Giancarlo Navach)