PARIGI (Reuters) - Il principale inviato di Vladimir Putin per l'Ucraina aveva detto al leader russo, all'inizio della guerra, di aver trovato un accordo provvisorio con Kiev in grado di soddisfare la richiesta russa di tenere l'Ucraina fuori dalla Nato, ma Putin lo ha rifiutato e ha proseguito con la sua campagna militare.
Lo hanno riferito tre fonti vicine alla leadership russa.
L'inviato di origine ucraina, Dmitry Kozak, aveva detto a Putin di ritenere di essere riuscito a raggiungere un accordo in grado di eliminare la necessità per il Cremlino di intraprendere un'occupazione su larga scala dell'Ucraina, secondo quanto affermato dalle fonti.
Prima della guerra, Putin aveva ripetutamente affermato che la Nato e le sue infrastrutture militari si stavano avvicinando ai confini della Russia accogliendo nuovi membri dall'Europa orientale, e che l'alleanza si stava preparando a portare anche l'Ucraina nella sua orbita. Putin disse pubblicamente che ciò rappresentava una minaccia per l'esistenza stessa della Russia, e che dunque l'avrebbe costretto a reagire.
Ma, nonostante il precedente appoggio ai negoziati, Putin ha chiarito, quando gli è stato presentato l'accordo di Kozak, che le concessioni negoziate dal suo collaboratore non erano sufficienti e che aveva ampliato i suoi obiettivi includendo l'annessione di ampie porzioni di territorio ucraino, hanno riferito le fonti. Come conseguenza, l'accordo è stato abbandonato.
Alla richiesta di un commento sulla ricostruzione di Reuters, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto: "Ciò è privo di ogni riferimento con la realtà. Non è mai successa una cosa del genere. È un'informazione assolutamente errata".
Kozak non ha risposto alle richieste di commento inviate tramite il Cremlino.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Francesca Piscioneri)