PARIGI (Reuters) - La Corte d'appello di Parigi ha respinto la richiesta dell'Italia di estradare alcuni ex militanti di sinistra condannati in via definitiva per reati di terrorismo nei cosiddetti "anni di piombo", arrestati dalle autorità francesi lo scorso anno.
In un comunicato, la Corte ha reso noto di aver respinto la richiesta di estradizione per 10 persone condannate in Italia per fatti commessi prima del 1993.
La nota cita il diritto al rispetto della vita privata e familiare e il diritto a un processo equo, come previsto dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
L'ufficio del presidente francese Emmanuel Macron non ha commentato la decisione del tribunale.
In una nota la ministra della Giustizia italiana Marta Cartabia, ha dichiarato di rispettare le decisioni della magistratura francese, aggiungendo di aspettare di conoscere le motivazioni di una sentenza "a lungo attesa dalle vittime e dall'intero Paese, che riguarda una pagina drammatica e tuttora dolorosa della nostra storia".
La ministra conclude infine di attendere le valutazioni "della Procura generale di Parigi, l'unica a poter presentare eventuali ricorsi contro il provvedimento di oggi".
Nell'aprile del 2021, in Francia sono state arrestati sette militanti di sinistra italiani latitanti, a cui Parigi aveva offerto asilo per decenni, in seguito alla loro condanna in Italia per terrorismo.
Si è trattato di una svolta per Parigi e Roma su una questione che ha avvelenato a lungo le relazioni tra i due paesi.
L'Italia ha a lungo chiesto l'estradizione di decine di militanti di sinistra, che avevano trovato rifugio in Francia a condizione di rinunciare alla violenza, dopo gli "anni di piombo" tra la fine degli anni '60 e gli anni '80.
Centinaia di persone sono state uccise in azioni violente da parte di gruppi di estrema sinistra e di estrema destra in Italia.
Un consigliere di Macron ha detto l'anno scorso che la mossa è stata resa possibile da un rinnovato "clima di fiducia" tra Macron e il primo ministro italiano Mario Draghi, dopo anni di tensioni tra Parigi e Roma, in particolare quando l'Italia era guidata da una coalizione populista.
Tra le persone arrestate nell'aprile 2021 figurava Giorgio Pietrostefani, co-fondatore di Lotta Continua, condannato a 22 anni di carcere per il suo ruolo nell'omicidio del commissario di polizia di Milano Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972.
Le altre sei persone erano membri delle Brigate Rosse. Tra loro, Marina Petrella, Roberta Cappelli e Sergio Tornaghi, tutti condannati all'ergastolo perché colpevoli di vari omicidi e sequestri, ha detto la polizia.
Secondo quanto riportato nella dichiarazione della Corte, Pietrostefani e gli altri individui arrestati l'anno scorso erano tra le persone delle quali l'Italia richiedeva l'estradizione.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Gianluca Semeraro, Emilio Parodi)