di Crispian Balmer
ROMA (Reuters) - Le affermazioni degli Stati Uniti secondo cui la Russia avrebbe donato almeno 300 milioni di dollari a partiti politici in più di venti Paesi hanno dato una scossa alla campagna elettorale italiana, con i leader della destra che negano di aver ricevuto finanziamenti clandestini.
Il dipartimento di Stato Usa ha pubblicato il riassunto di una recente analisi dell'intelligence statunitense sugli sforzi portati avanti dai russi per influenzare la politica estera, compreso il sostegno a partiti nazionalisti di estrema destra, che non vengono nominati.
Pur non specificando quali sono i Paesi interessati, il rapporto ha fatto riemergere sospetti di lunga data, più volte smentiti, secondo cui alcuni partiti italiani avrebbero ricevuto finanziamenti da parte del presidente russo Vladimir Putin.
Le elezioni politiche in Italia si terranno il 25 settembre e si prevede che la coalizione di destra che comprende Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia otterrà una facile vittoria.
"Prima del 25 settembre gli elettori italiani hanno diritto di sapere se qualcuno tra i partiti che troveranno sulla scheda elettorale è stato finanziato da Putin", ha twittato il leader del Pd Enrico Letta.
L'invasione russa dell'Ucraina ha reso Putin un paria per molti in Occidente.
'NON HO MAI PRESO SOLDI'
Il leader della Lega Matteo Salvini, che una volta ha elogiato Putin come "il miglior uomo di governo in questo momento sulla faccia della terra", ha ripetutamente negato di aver ricevuto denaro dalla Russia dopo che nel 2019 è trapelata una registrazione in cui uno dei suoi collaboratori discuteva un accordo segreto sul petrolio a Mosca.
"Mai chiesti e mai presi soldi, rubli, euro, dinari, dollari dalla Russia... sono anni che ci sono indagini aperte, non è mai stato trovato nulla perché non c'è nulla", ha detto Salvini a radio Rtl 102.5.
Anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che è in pole position per diventare la prossima premier, ha negato di aver ricevuto denaro dall'estero.
"O ci forniscono le prove o purtroppo dovremo fare ricorso ai nostri avvocati e querelarli per diffamazione", ha detto Meloni a Radio 24 in riferimento a quanto scritto da un quotidiano.
Adolfo Urso, di Fratelli d'Italia, che dirige il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha detto alla Rai che "al momento" non c'è alcun indizio che l'Italia sia uno dei Paesi coinvolti.
Le ipotesi di un'ingerenza della Russia nella campagna elettorale sono state ripetutamente avanzate dopo la caduta del governo di unità del premier Mario Draghi a luglio.
Un trio di partiti, tra cui Lega e Forza Italia, tutti con legami storicamente amichevoli con Mosca, ha fatto cadere il governo Draghi, ma ha respinto le accuse degli oppositori di aver complottato con la Russia per indire elezioni anticipate.
Lo stesso Draghi ha detto a luglio al Parlamento che l'Italia doveva "intensificare gli sforzi per combattere le interferenze della Russia e di altre autocrazie nella nostra politica", senza fornire ulteriori dettagli.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Sabina Suzzi)