ROMA (Reuters) - In attesa di essere convocati ufficialmente al Quirinale per avviare le consultazioni sul possibile nuovo governo, i partiti si stanno confrontando, ma al momento non emergono convergenze solide su programmi e nomi.
Il calendario delle consultazioni è atteso per stasera e dovrebbe indicare l'inizio dei colloqui del capo dello Stato, Sergio Mattarella, con le forze dell'arco parlamentare subito dopo Pasqua, la prossima settimana.
Il Movimento 5 stelle, primo partito con circa il 33% dei voti, ha avviato stamani una serie di incontri i capigruppo di Lega, Forza Italia e Leu, mentre Pd e Fratelli d'Italia non hanno accettato il confronto.
"Sono stati incontri costruttivi, le altre forze politiche hanno apprezzato la nostra iniziativa" per discutere di temi e "non di poltrone" ha dichiarato ai tg il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato Danilo Toninelli.
E di "incontro utile", ha parlato la capogruppo forzista al Senato, Anna Maria Bernini.
In verità è proprio sui nomi che sembra essersi già arenato il dialogo tra M5s e Lega.
Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha infatti inizialmente aperto al reddito di cittadinanza dei grillini annunciando un incontro la prossima settimana con il loro capo politico Luigi Di Maio. Porta chiusa al dialogo, però se i 5 stelle restano inflessibili su Di Maio premier.
I grillini, poi, non vogliono trattare con il capo di Forza Italia, Silvio Berlusconi, condannato per frode fiscale.
Il centrodestra, dal canto suo, ribadisce di essere unito ma Forza Italia, Fratelli D'Italia e Lega si presenteranno dal Capo dello Stato ciascuno con i suoi capigruppo.
In questa situazione, il Partito democratico, considerato il vero sconfitto delle elezioni, sta a guardare e annuncia la convocazione di gruppi parlamentari e Direzione del subito dopo le consultazioni.
"Convocheremo prima i gruppi parlamentari e poi la direzione nazionale subito dopo le consultazioni al Quirinale così da poter valutare tutti insieme la situazione politica", ha scritto in una nota il segretario reggente dem, Maurizio Martina.
A non avere bisogno di chiarimenti è però l'ex leader dem, Matteo Renzi, che nella enews di oggi dice: "La situazione politica è chiara: il Pd starà all'opposizione".
Poi una stoccata agli avversari politici che, dice Renzi, ai tempi del suo governo definivano "inciuci" gli accordi trasversali.
"Ora che c'è un accordo che va da Berlusconi a Di Maio, passando per Salvini, per i centristi, per la Meloni (cinque forze, un nuovo pentapartito) si chiama "rappresentanza istituzionale".
((Redazione Roma, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224245, Reuters Messaging: francesca.piscioneri.reuters.com@reuters.net))
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