Governo del presidente agita partiti, Grillo riparla di referendum euro

Pubblicato 04.05.2018, 15:28
Aggiornato 04.05.2018, 15:30
© Reuters. Il palazzo del Quirinale, sede del presidente della Repubblica

ROMA (Reuters) - Un governo del presidente, soluzione che a 48 ore dalle consultazioni convocate lunedì dal Quirinale sembra essere l'unica prospettiva possibile, sta mettendo in agitazione i principali partiti, finora incapaci di trovare accordi per un governo.

In primo luogo il M5s. Oggi, in un'intervista pubblicata dalla rivista culturale francese "Putsch", Beppe Grillo, garante del M5s ma da un po' di tempo lontano dalla politica attiva, è tornato a chiedere un referendum sull'euro e ha detto che la legge elettorale "è stata decisa attorno a un tavolo per impedirci di governare".

I grillini del resto hanno sempre escluso la partecipazione a governi "istituzionali" e chiedono di tornare a votare a giugno, dopo che il capo politico Luigi Di Maio non è riuscito né a trovare un'intesa con la Lega né ad aprire la trattativa col Pd.

Di Maio, convinto che alle elezioni anticipate il M5s aumenterebbe i propri voti, continua ad attaccare sia la Lega che il Pd. Ma i sondaggi sulle possibili elezioni anticipate indicano un sostanziale stallo, con un aumento sensibile di consensi solo per la Lega.

Il Quirinale ha però escluso l'ipotesi di voto a giugno e vorrebbe che il Parlamento approvasse la legge di Stabilità - ha detto nei giorni scorsi una fonte vicina al capo dello Stato - prima di tornare eventualmente al voto nel 2019.

Se quindi, come appare oggi probabile, mancasse un accordo tra partiti, Mattarella già da martedì sarebbe pronto a nominare un premier "istituzionale" per un governo che duri fino all'anno prossimo o almeno fino all'autunno, nel caso non riuscisse ad avere la fiducia delle Camere.

L'ipotesi di un governo del presidente guidato da una figura vicina al centrodestra, come la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, potrebbe aprire a una convergenza in Parlamento tra centrodestra e Pd, dicono alcuni esponenti del centrosinistra. Ma molto dipenderebbe anche dal mandato assegnato dal Quirinale.

Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, ieri non ha solo chiuso definitivamente il dialogo con il M5s - dopo che l'ex leader Matteo Renzi lo aveva bocciato domenica scorsa - ma ha escluso anche intese con il centrodestra.

Per Martina il Pd deve però "supportare l'operato del Presidente Mattarella", una formula che sembra indicare il sostegno a un possibile governo istituzionale.

Un parlamentare vicino a Renzi dice che il Pd potrebbe partecipare a un governo col centrodestra, se nel programma ci fosse la riforma della legge elettorale. Uno vicino alla sinistra interna dice però che non voterebbe una maggioranza con la Lega.

© Reuters. Il palazzo del Quirinale, sede del presidente della Repubblica

(Massimiliano Di Giorgio)

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