ROMA (Reuters) - Parte in salita il mandato esplorativo che la presidente del Senato Maria Cristina Alberti Casellati ha ricevuto in mattinata dal capo dello Stato per verificare entro venerdì se esistano le condizioni per un'alleanza di governo tra centrodestra e M5s.
Tanto i grillini che i leghisti, ascoltati nel pomeriggio dalla Casellati a Palazzo Giustiniani, hanno ribadito le loro posizioni, senza mostrare aperture né volontà di mediare.
Per bocca del leader Luigi di Maio i pentastellati si sono nuovamente detti pronti ad andare al governo con la Lega, ma non con tutto il centrodetra, insistendo sulla loro chiusura rispetto ai forzisti di Silvio Berlusconi.
"Questa tornata (di consultazioni) dimostrerà che l'idea di un governo del centrodestra è fallita", ha detto Di Maio in una dichiarazione ai cronisti subito dopo l'incontro con il presidente del Senato.
Di Maio ha fatto poi appello al numero uno della Lega, Matteo Salvini - che oggi non ha fatto parte della delegazione leghista al Colle per impegni pregressi a Catania - affinché "entro questa settimana" si sganci dal centrodestra per dar vita con i 5 stelle "ad un governo del cambiamento".
Invito prontamente respinto al mittente dai leghisti, che con il capogruppo alla Camera Giancarlo Giorgetti chiedono ai grillini un atto di responsabilità e l'abbandono di dannosi veti.
"Abbiamo dato dimostrazione di responsabilità in queste settimane come Lega, facendo numerosi passi indietro, lo ha fatto anche il nostro segretario Matteo Salvini non mettendo come condizione pregiudiziale la sua presidenza di un eventuale governo", ha detto Giorgetti.
"Chiediamo che in modo responsabile Luigi di Maio faccia altrettanto nell'interesse del Paese. Se questi veti cadessero nelle prossime ore, siamo pronti a far partire un governo anche la settimana prossima", ha aggiunto.
La situazione resta quindi, al momento, in stallo. Con Berlusconi che non può che prenderne atto.
"Siamo venuti a conoscenza del fatto che l'onorevole Di Maio ha mantenuto la sua posizione di sempre, di non accettare la possibilità di un accordo con il centrodestra e anzi ha definito il centrodestra una coalizione artificiale", ha detto l'ex premier dopo il colloquio con Casellati. "Non abbiamo potuto far altro che mantenere la nostra posizione. Da parte nostra non sono mai venuti veti, FI e il presidente di FI non hanno mai posto voti ai Cinque stelle", ha aggiunto.
Casellati - forzista da sempre molto vicina a Berlusconi, eletta a fine marzo grazie a un accordo tra Lega, Forza Italia, M5s e Fratelli d'Italia - continuerà domani a lavorare sul mandato conferitogli dal capo dello Stato, che non include sondare il Partito democratico.
Questa mattina il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, aveva salutato con favore l'incarico affidato al presidente di Palazzo Madama, affermando che con esso si poneva fine "alle ambiguità di questi 45 giorni. Altro che aspettare le elezioni regionali, ora è il momento della verità per chi dopo il 4 marzo ha pensato solo a tatticismi e personalismi".
Ma il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci aveva cercato di chiudere subito un possibile dialogo con il M5s, in caso di fallimento da parte della Casellati: "Il forno con il Pd è chiuso, anzi non è mai stato aperto".
(Alberto Sisto)