di Giuseppe Fonte e Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Il primo giro di consultazioni al Quirinale si è concluso oggi con un nulla di fatto, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato appuntamento ai partiti alla prossima settimana per riflettere su eventuali "convergenze programmatiche" su cui costruire un nuovo governo.
Il capo dello Stato ha preso atto che, dopo il voto del 4 marzo, gli attuali tre schieramenti politici sembrano fermi sulle proprie posizioni, tra veti incrociati.
"È indispensabile che vi siano intese tra più parti politiche per formare una coalizione che possa avere una maggioranza in Parlamento e quindi far nascere un governo. Questa condizione non è ancora emersa, farò trascorrere qualche giorno di riflessione", ha detto il presidente poco dopo aver incontrato la delegazione del M5s, l'ultima tra le forze politiche a essere consultata ma la prima per seggi in Parlamento.
Una fonte del Quirinale ha detto che il nuovo giro di colloqui non inizierà prima di mercoledì prossimo, ma che potrebbe slittare al fine settimana.
Il M5s, che continua a definirsi "né di destra né di sinistra", propone un "contratto di governo" alla tedesca con la Lega o con il Pd, come ha ribadito oggi il leader Luigi Di Maio, ed esclude intese con Forza Italia.
La Lega, con Matteo Salvini, vuole un accordo tra centrodestra e M5s, ma è pronta a dialogare con tutti e dice di non temere elezioni anticipate.
Forza Italia, con Silvio Berlusconi, vuole un governo basato sul centrodestra, è pronta a trattare con "altri soggetti politici" ma ha attaccato il M5s, accusato di promuovere "invidia, pauperismo e giustizialismo".
Il Pd, con il segretario reggente Maurizio Martina, ha ribadito di non voler formulare ipotesi di governo e che spetta al M5s e alla Lega proporre un esecutivo.
Sia Di Maio che Salvini hanno annunciato oggi incontri con gli altri leader politici. Iniziativa che il Quirinale incoraggia, nella speranza che porti a trovare un'intesa di governo che parte dalle "convergenze programmatiche".
Il leader grillino, che oggi non ha ribadito la propria candidatura a premier, ha parlato di un "governo del cambiamento" del M5s che resti legato però all'Occidente, alla Nato, all'Unione europea e all'euro.
Di Maio ha lanciato di nuovo un segnale al Pd, spiegando che non intende spaccare il partito e isolare l'ex segretario Matteo Renzi, contrarissimo ad accordi col M5s.
Il Pd terrà il 21 aprile la propria assemblea nazionale, in cui deciderà il percorso per l'elezione del nuovo leader dopo le dimissioni di Renzi. La scadenza potrebbe dunque consigliare un ulteriore prolungamento dei contatti tra i partiti.