LONDRA (Reuters) - I leader mondiali e la gente comune in Gran Bretagna e in tutto il mondo rendono omaggio alla regina Elisabetta per la sua scomparsa, avvenuta ieri all'età di 96 anni; una donna che è stata il volto della sua nazione per più di 70 anni.
Il figlio Carlo, futuro re come Carlo III, farà oggi il suo primo discorso alla nazione.
Da ieri a Londra migliaia di persone sono radunate davanti a Buckingham Palace, alcune deponendo omaggi floreali fuori dai cancelli di ferro nero. Scene simili si sono verificate anche fuori dal castello di Windsor. I "cabs" neri, i tradizionali taxi inglesi, si sono allineati fuori dal palazzo per rendere omaggio alla Regina.
Ritratti di Elisabetta sono stati affissi su cartelloni pubblicitari nel centro di Londra, a Piccadilly Circus e nel distretto finanziario di Canary Wharf, e anche oltreoceano, a Times Square (NYSE:SQ), a New York. Fiori sono stati deposti fuori dal Consolato Generale Britannico a New York.
A Washington, la bandiera degli Stati Uniti è stata abbassata a mezz'asta per celebrare la scomparsa di una monarca la cui eredità, secondo il presidente Joe Biden, "incomberà sulle pagine della storia britannica e del nostro mondo".
La sua morte è stata ricordata anche nelle città di tutto il mondo.
A Berlino sono stati deposti fiori e candele davanti all'ambasciata britannica, mentre a Venezia "God Save the Queen", l'inno nazionale britannico, è stato suonato fuori dai Palazzi del Festival del cinema.
A Parigi, la Torre Eiffel si è oscurata allo scoccare della mezzanotte per rendere omaggio alla Regina.
In Brasile, la statua del Cristo Redentore che domina Rio de Janeiro è stata illuminata con il rosso, il blu e il bianco della bandiera del Regno Unito, mentre l'Australia ha annunciato l'intenzione di illuminare le vele dell'Opera House di Sydney.
Un momento di silenzio è stato osservato agli Us Open di tennis in corso a New York.
Infine, in Nuova Zelanda, i membri delle forze armate hanno eseguito una haka maori al War Memorial di Auckland per rendere omaggio alla Regina.
(Giancarlo Navach, editing Claudia Cristoferi)